Luigi Di Maio fregato da Tria. Piano perfetto al Ministero: come faranno saltare in aria il M5s
Per la prima volta un ministro dell' Economia scriverà numeri veri nei documenti di finanza pubblica. A questo hanno portato gli attacchi del Movimento 5 Stelle al professor Giovanni Tria, che serve così la sua vendetta, rovinando i piani di tutti per fare il pieno di voti alle elezioni Europee di maggio. Ma quanto durerà l' impuntatura di Tria? Questa volta andrà fino in fondo, oppure chinerà di nuovo la testa come fece a settembre quando, rispetto all' 1,6% di rapporto deficit/Pil che aveva calcolato lui e condiviso con l' Europa, fu costretto a scrivere 2,4% nel Def? Con Luigi Di Maio che si affacciò dal balcone di Palazzo Chigi a festeggiare l' abolizione della povertà, ma poi fece anche lui un passo indietro accettando un compromesso del 2,04. Sempre meglio cadere sui numeri che sulle fughe di notizie «spazzatura», come il ministro dell' Economia ha definito l' attacco mediatico portato al suo entourage da ambienti governativi. Leggi anche: Travaglio, che caso. Il "servizietto grillino" per far fuori Tria Dopo quello che gli hanno fatto, Tria non è piu disposto a mettere nel Documento di economia e finanza (Def), da presentare la prossima settimana al Parlamento e a Bruxelles, i numeri su crescita, deficit e debito che gli chiedono i vicepremier per scavallare le elezioni europee. Indipendentemente dal fatto che dopo si possano rivelare gonfiati, Salvini e Di Maio intanto vorrebbero che si scrivesse che sarà fatta la Flat Tax, che l' Iva non aumenterà e che ci sono le risorse per finanziare reddito di cittadinanza e quota 100. Ma i numeri dicono altro e il decreto crescita, che sarà approvato in settimana e pure contiene misure di buon senso, non sembra destinato a cambiare la situazione, perché i provvedimenti previsti sono di piccolo impatto. Rapporti di forza - La risposta di Tria agli attacchi è nei numeri, che smontano la narrazione dei partiti di maggioranza e dello stesso premier Giuseppe Conte, secondo il quale tutto va bene. Pensare che l' Europa cambierà posizione e permetterà all' Italia di fare quel che vuole in campo economico e aumentare ancora di più il disavanzo è mera utopia. È vero infatti che dopo il voto del 26 maggio cambieranno molti europarlamentari e anche i rapporti di forza tra sovranisti ed europeisti, ma almeno nei primi tempi le regole resteranno quelle attuali, visto che riformarle è un processo lungo e che a ottobre, quando bisognerà scrivere la Legge di Bilancio, esso non sarà neanche ancora iniziato. E se c' è una cosa vera che il presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker, ha detto in tutto il tempo del suo mandato è che all' Italia di flessibilità, negli anni, a partire dal governo Renzi, ne è stata concessa fin troppa. Con quelle risorse si sarebbe potuto cambiare il Paese invece sono state utilizzate per provvedimenti di spesa che hanno prodotto più effetti nelle urne che sull' economia. Alternative - Alle accuse e agli attacchi politici, dunque, Tria intende replicare con il puntiglio delle cifre e il rigore che impone la quadratura del bilancio. E avvisando i partiti che certe misure porterebbero ad alzare le tasse sui consumi. Se questa volta terrà il punto, i risultati potrebbero essere positivi. Il ministro punta a migliorare i conti pubblici e invertire la deriva economica innescata dai grillini. Se invece Tria sarà costretto a togliere il disturbo, ogni scenario diventa possibile. Da un governo gialloverde che continua tra liti quotidiane, a una crisi, che potrebbe perfino portare a un governo di centrodestra. È il sogno di Forza Italia, che ha il ministro nel cuore: affrontare al governo con Salvini la prossima Legge di bilancio. Il programma è già scritto: le risorse per tagliare le tasse andrebbero cercate cancellando il reddito di cittadinanza di Di Maio, gli 80 euro di Renzi e anche bloccando quota cento. Paradossalmente dal disastro può venire fuori qualcosa di buono. di Paola Tommasi