Prezzi benzina, l'indagine della procura in autostrada: odore di truffa, dove ti fregano
Le aree di servizio e i relativi distributori di carburante sulla A22 del Brennero sono finiti nell' occhio del ciclone. La Procura di Trento ha aperto un' indagine su una storia di prezzi alti per le consumazioni e royalty non pagate alla concessionaria, che è pubblica e ha appena contabilizzato 11 milioni di introiti aggiuntivi per l' aumento dei pedaggi. Leggi anche: Centesimi, la Conad mette al bando le monetine da 1 e 2 centesimi: la fregatura legale alla cassa Sotto la lente pure i prezzi dei carburanti, giudicati «eccessivamente alti», con punte sopra i due euro al litro. Ma è davvero così? Siamo sicuri che spetti alle colonnine della verde e del diesel sulla Modena Brennero il primato dei prezzi più salati? La risposta definitiva a questo quesito potrebbe arrivare soltanto da un' indagine a tappeto condotta magari dall' Antitrust. E non è escluso che possa accadere qualora la Procura trentina dovesse recapitare un esposto all' Autorità di vigilanza sulla concorrenza. Per la mia esperienza personale ricordo prezzi della verde sopra i due euro praticati già diversi mesi or sono in parecchie località della Liguria, a cominciare da Genova. Basta fare una semplice ricerca sul portale Osservaprezzi del Ministero dello Sviluppo per trovare prezzi ancora più alti. Sulla autostrada Milano-Serravalle, ad esempio, nel distributore di Dorno Ovest,, la benzina verde costa 2,039 euro al litro. E a Castelnuovo Scrivia Est, addirittura in modalità self, 2,029 euro. DIFFERENZE ENORMI Certo, se si confrontano i prezzi registrati in autostrada con quelli praticati dai distributori cittadini la differenza è enorme. Come si vede dalla tabella che riporta le tariffe praticate a Voghera, la città della omonima casalinga. Ma confrontando questi ultimi prezzi con quelli registrati ad esempio a Napoli non mancano le sorprese. Nel capoluogo campano la verde si trova spesso sopra 1,80 euro al litro e il gasolio poco meno. A Bari, addirittura, la verde supera 1,90 euro, sempre in modalità servito. Effetto anche delle addizionali regionali, che gravano sui carburanti e ne appesantiscono il prezzo e contribuiscono a creare una giungla tariffaria difficilmente estricabile. Secondo quanto riportato dal Quotidiano Energia, vera e propria bibbia del settore i prezzi sono quasi ovunque stabili, per «la verde con leggeri ritocchi in salita sulla scia degli aumenti nella prima parte della settimana, più stabile il diesel». Il prezzo medio nazionale praticato in modalità self per la verde è pari a 1,572 euro al litro, con i diversi marchi che vanno da 1,563 a 1,584 (no-logo a 1,550). Il prezzo medio del diesel è invece a 1,494 euro al litro, con le compagnie che passano da 1,497 a 1,507 euro (no-logo a 1,471). «Quanto al servito», aggiunge Quotidiano Energia, «per la benzina il prezzo medio praticato è di 1,703 euro al litro, con gli impianti colorati che vanno da 1,653 a 1,785 euro (no-logo a 1,598), mentre per il diesel la media è a 1,627 euro, con i punti vendita delle compagnie tra 1,607 a 1,709 euro (no-logo a 1,517)». Tutto questo mentre le quotazioni del petrolio hanno fatto registrare un rialzo importante nella prima parte dell' anno. I prezzi del greggio sono aumentati nel primo trimestre come non avevano fatto in 14 anni, ignorando le preoccupazioni per la crescita globale e concentrandosi sulle sanzioni Opec e Usa contro le esportazioni dal Venezuela e dall' Iran. Venerdì, a Londra, un barile di Brent da consegnare a maggio veniva scambiato a 68,55 dollari, con un aumento del 26,16% dall' inizio dell' anno. Il Wti, light crude americano, per la consegna nello stesso mese è passato di mano a 60,04 dollari, con un incremento del 29,13% nei primi tre mesi dell' anno. di Attilio Berbieri