Reddito di cittadinanza, i corsi (a pagamento) per diventare navigator: peccato che nessuno sa cosa faranno
Ci sono luoghi come il Centro per l' impiego di Milano che sembra progettato con una certa dose di amaro sadismo. L' ingresso si affaccia su una enorme spirale che si attorciglia fino al piano interrato. A furia di girare come gli ignavi nel girone dantesco, si viene scaricati nella bolgia infernale di chi cerca un lavoro e di chi deve fare da filtro e smistare ai vari sportelli, tra disoccupati cronici, precari che qui sono ormai di casa e i nuovi arrivati: «Chi non aveva mai messo piede qui dentro - dicono al banco informazioni - e ora vuole regolarizzare lo stato di disoccupazione per avere il Reddito di cittadinanza». Ci saranno all' incirca quaranta persone in attesa, più uomini che donne, a metà settimana: «Oggi è un giorno più o meno tranquillo - dice un ragazzo del patronato, che collabora con i Cpi e che fa da primo filtro all' ingresso - I primi di ogni mese arriva l' ondata, perché scadono i contratti e tornano qua per i sussidi di disoccupazione». Manca poco al lancio del Reddito di cittadinanza, dai Cpi dovrà partire il boom economico che Di Maio ha profetizzato. Sarà da questi posti che finalmente passerà il riscatto del disoccupato cronico, insomma grande responsabilità, roba da non dormirci la notte. Leggi anche: L'uomo che sbugiarda Di Maio sui navigator: "Gli ho detto che servono 4 anni..." / Video QUALE ANSIA? In realtà già alla reception viene il sospetto che tutta questa ansia ce l' abbiano solo quelli che non lavorano qui: «Guardi, finora non abbiamo linee guida sul Reddito di cittadinanza, quando ce le diranno, le applicheremo». Va bene, ma il 6 marzo è un attimo che arriva: «Eh già, vedremo». Fa quasi invidia la serafica rassegnazione con la quale anche nei Centri per l' impiego fuori città si preparino allo tsunami dei beneficiari del Reddito di cittadinanza. «Ne so quanto lei che legge i giornali - ammette un dirigente - finché non ci dicono come vogliono organizzare il tutto, che altro possiamo fare se non aspettare. E poi in fondo siamo in Lombardia, vuole che non funzionino comunque le cose?». L' invidia sale, magari hanno ragione loro e il resto del mondo sta lì inutilmente a farsi elucubrazioni inutili su quel che sarà. I PROBLEMI Nei Caf tutta questa serenità non c' è. Che poi c' è Caf e Caf, perché il candidato al Reddito di cittadinanza deve sapere che solo i centri dei grandi sindacati potranno avere gli strumenti, cioè proprio i programmi sui pc, per inoltrare le domande all' Inps. Quando però non sanno dirlo neanche alla sede centrale di uno dei principali sindacati di Milano, anzi la responsabile del call center è a dir poco inviperita: «Né sappiamo niente, né ce lo fanno sapere, più che le dichiarazioni Isee qua per ora non facciamo». Nel frattempo al Senato hanno infilato un emendamento che alla sindacalista tornerà utile conoscere, anche i Caf potranno ricevere le domande per richiedere il sussidio, ma finché tutta la giostra diventerà operativa passeranno giorni, e il fatidico 6 marzo si avvicina inesorabile. La prima ondata vera sarà alle Poste, dove di fatto si deve portare il paccotto di documenti richiesti per ottenere il sussidio. Anche qui, serenità lombarda: «Sì ho visto in tv come sono fatte le schede. Preoccupata? Ma no, c' è già il calendario per venire qui in base all' iniziale del cognome». Ci si affida al destino, ma nelle retrovie qualche dubbio non muore mai. Per esempio sui mitologici "navigator", quei 6 mila che dovranno orientare i disoccupati che intascano il Reddito di cittadinanza nel trovare un lavoro. Ad oggi su di loro circolano solo leggende e indiscrezioni, l' unica cosa certa è che li assumerà l' Anpal servizi, che fa capo all' Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro, come confermano dall' assessorato regionale al Lavoro della Regione Lombardia. Cosa faranno e come saranno formati è un mistero anche in assessorato. In Lombardia ne potrebbero arrivare anche 600, con il timore che, finito il contratto di collaborazione, possa saltare in mente ai navigator di aprire una vertenza e farsi stabilizzare. Tra i siti di annunci lavoro nel frattempo sono comparsi corsi per la preparazione al "concorso per navigator". E naturalmente i corsi sono a pagamento. A Milano se ne conta almeno una decina, sono organizzati spesso da società di formazione professionale che per marzo hanno pronte già le grandi offerte. Una società propone 40 ore di lezioni con "esperti" da lunedì al venerdì alla modica cifra di 500 euro. Altri più scafati offrono un assaggio a 70 euro per capire in 8 ore "di che cosa si tratta", più altre 32 ore "per imparare come si fa", costo a parte. Al telefono assicurano ottima preparazione per poter svolgere il lavoro di navigator, anche se nessuno sa ancora bene cosa dovranno fare. L' ATTESTATO Possono farlo tutti, basta avere un diploma, anche se una laurea magistrale è consigliata, dicono. La chiacchierata diventa anche più interessante quando sorge il dubbio su un attestato finale del corso: «Certo lo rilasciamo - dice una gentilissima ragazza - quando presenterà domanda, potrà aggiungere che ha partecipato al corso». Non so se ho capito bene, quindi chi ha fatto questi corsi ottiene punti in più per diventare navigator? Si accorge di aver sfarfallato un po', allora mette una pezza: «No, noi spieghiamo solo come si comporterà questa figura del navigator. E poi i docenti sono esperti del settore e diranno loro come compilare il curriculum e dove inviarlo». È il genio italico che il mondo ci invidia: corsi di preparazione per un ruolo che di fatto ancora non esiste e che neanche chi lo ha pensato ha mai chiarito come funzionerà. Intanto nei Centri per l' impiego il via vai continua, ci sono età e colori della pelle dei più svariati, in uno alla periferie di Milano c' è un ragazzo africano che dorme in attesa del suo turno, una mamma con un neonato che smanetta con lo smartphone, così come buona parte degli altri più o meno svegli in sala: «Il problema di chi viene da noi - dice un funzionario - è proprio nell' atteggiamento di vieni qui a chiedere e ottenere senza sforzi: abbiamo tappezzato la bacheca di annunci e siti su cui trovarne altri anche con il cellulare. E invece quando mi avvicino, li vedo con gli occhi su qualche giochino, per ammazzare il tempo». di Giovanni Ruggiero