Banche, agguato della Bce agli istituti italiani: ci vogliono morti, perché il sistema può saltare
Quelle italiane sono fra le migliori banche europee, eppure la Bce vuole metterle in ginocchio. Con tutto quello che ne consegue. Per ora i drammi si vivono in Borsa (ieri perdite fino a -8% per i titoli del credito), ma ben presto potremmo soffrire noi per scelte incomprensibili e dannose. Spieghiamo quello che sta succedendo. La Banca Centrale europea sarebbe orientata a imporre l' azzeramento dei crediti marci a ogni istituto del Vecchio Continente entro sette anni. Ovviamente sbarazzarsi delle cosiddette sofferenze ha un costo: se tu banca azzeri il valore dei prestiti non restituiti, si forma un buco nel bilancio. Foro che va riempito con soldi freschi, attraverso aumenti di capitali. Di chi? O degli attuali azionisti o con i quattrini di nuovi soci, che probabilmente saranno stranieri dato che nel Belpaese non esistono più grandi capitalisti "samaritani". Il problema non è la nazionalità dei soldi, ci mancherebbe Solo che a un grande investitore francese, americano, inglese o cinese non interessa nulla prestare denaro a una piccola impresa, a una ditta, a un' azienda agricola: aspira solamente a fare utili. Attraverso le commissioni. Punto. Leggi anche: Borghi umilia Parenzo sul caso Carige Ecco dove sta il guaio: se la Bce chiede alle nostre banche di tirar fuori - secondo i calcoli di Mediobanca e di Salvini - qualcosa come 15 miliardi, significa che c' è il forte rischio di veder svanire definitivamente l' italianità dei nostri istituti. Con effetti pericolosi sul tessuto economico tricolore. E dire, appunto, che le banche dello Stivale sono fra le migliori d' Europa. 1) Sono quelle che stanno macinando più utili di tutte, segno di vitalità e forza. I crediti marci, tra l' altro, stanno diminuendo a vista d' occhio rispetto soltanto a un paio di anni fa. 2) Lo Stato italiano è in Europa quello che ha messo meno quattrini pubblici per coprire le porcate dei manager. La Germania, patria del rigorismo, ha speso oltre 300 miliardi, tra interventi diretti e garanzie, per tappare i buchi dietro lo sportello. 3) Nessun big italiano del credito è stato mai coinvolto in grandi scandali internazionali. Deutsche Bank, prima in Germania, è uno zombie carico di derivati che non riesce a fare profitti da anni. Le svizzere hanno pagato vagonate di miliardi di multe agli Usa, così come alcune francesi. Recentemente la danese Danske Bank, considerata la seconda banca più sicura d' Europa, è finita al centro di un intrigo a 12 zeri legata al riciclaggio dei russi. E non solo. L' elenco potrebbe continuare, perché in Belgio e Olanda sono proprio saltati campioni nazionali. Fa bene, insomma, Salvini ad alzare la voce e a lamentarsi. È giusto diminuire i crediti marci ma è impossibile eliminarli del tutto. Come al solito le istituzioni continentali, accecate da tecnicismi fuori dalla realtà, sembra siano specializzate nel creare problemi dal nulla. Perché la Bce non si chiede dove siano finiti gli oltre 2mila miliardi di euro che ha stampato negli ultimi tre anni? All' economia reale non di certo: i dati su consumi, inflazione e Pil sono da prefisso telefonico in Italia, ma pure Berlino sta rallentando di brutto. E in Francia sono nati i gilet gialli... Non è che i burocrati europei, costretti a graziare l' Italia sulla manovra, si vogliono vendicare con il governo giallo-verde attraverso le banche? Speriamo di no. Sarebbe un' infamata. Poi nessuno si stupisca se la Lega guadagna sempre più consensi. di Giuliano Zulin