Filippo Taddei, l'allarme apocalittico dell'economista Pd sull'Italia: "Fuori dall'euro, stipendi devastati"
Quando l'Italia si ritroverà fuori dall'area euro, secondo l'economista Filippo Taddei l'economia nostrana dovrà fare i conti con una quantità di cataclismi, di entità smisurata. Il docente di economia internazionale alla John Hopkins University nella sua precedente vita era l'esperto economico più ascoltato da Matteo Renzi, è stato ispiratore del Jobs act finché lo stesso Renzi non lo ha rimesso in un cassetto, riportandolo alla sua cattedra a tempo pieno. Da allora però, riporta Italia oggi, Taddei non ha mai smesso di difendere il lavoro fatto a Palazzo Chigi tra il 2013 e il 2017 e soprattutto oggi profetizza lacrime e sangue per le politiche messe in piedi dall'attuale governo giallo-verde. Leggi anche: Savona, il retroscena di Vespa: è ministro grazie a Giorgetti L'analisi militante di Taddei punta il dito sul famigerato "piano B" più volte evocato dal ministro Paolo Savona, quello che tratteggia lo scenario sull'eventuale abbandono della moneta unica: "Quando si sbandiera il piano B nei confronti dell'euro e tutti i giorni si dice di non volere uscire dalla moneta unica però si aggiunge un ma, beh è evidente che l'obiettivo è proprio quello, col conseguente disastro per tutti. Si stanno sfasciando i conti pubblici - assicura Taddei - che noi avevamo cercato di mettere a posto, confidando in una svalutazione futura del 25% in seguito al ritorno della lira, ma si tratta di calcoli completamente sbagliati e talmente pericolosi contro cui bisogna reagire". L'impatto delle politiche economiche del governo sulle tasche degli italiani sarà inevitabilmente negativo, secondo Taddei. Quella che sta per arrivare è una tassa occulta proprio sui patrimoni: "Stiamo per essere investiti da una gravosa patrimonale, anche se mascherata - assicura - Infatti paghiamo di più gli interessi sul debito, quindi i mutui, i servizi bancari e alla fine anche le merci. Stiamo andando fuori strada e sarebbe ora che ne rendessimo conto". Il destino per gli italiani sarà quindi vedersi divorare lo stipendio dall'inflazione, che senza euro sarà galoppante: "L'inflazione ha un effetto sulla vita di ciascuno di noi, tocca il valore reale dello stipendio delle pensioni, del lavoro. Se tornassimo all'inflazione a doppia cifra diminuiremmo il potere d'acquisto delle persone, oltre che spingere l'economia verso la recessione. Insomma - aggiunge Taddei - il reddito fisso pagherebbe per tutti. Se è questo che si vuole, chiamiamo le cose con il loro vero nome, mettiamo una bella tassa sul lavoro e smettiamo di minacciare di cambiare moneta".