Le grandi banche italiane promosse dallo stress test? Balle. Parla l'economista: "Il super spread" ci rovinerà
Banche italiane promosse nello stress test dell'Autorità bancaria europea. Ci sarebbe da festeggiare per la solidità dimostrata dai 4 grandi gruppi presi in esame, Intesa Sanpaolo, Unicredit, Ubi e Banco-Bpm. Ma secondo Marcello Messori, economista della Luiss, la fotografia scattata "è già vecchia", perché risale alla fine del 2017, "senza contare quante cose sono successe dopo". E secondo Stefano Caselli, ordinario di economia degli intermediari finanziari alla Bocconi, il problema è un altro, cioè lo spread: "Ha ricadute su molti settori e colpisce la redditività delle banche, erode il loro capitale - spiega alla Stampa -. Il loro patrimonio, come vediamo, è solido, ma certo si ritrovano con minore spazio per finanziare le imprese e dunque l'economia". Leggi anche: Conte si prepara al peggio. Piano segreto: con che soldi salveranno le banche La congiuntura, tra Pil in frenata così come la produzione manifatturiera, si preannuncia negativa e pericolosa. Certo, le grandi banche prese in esame negli ultimi anni hanno ripulito la loro pancia dal pericolo di crediti deteriorati ma, ricorda Messori, l'esame europeo per quanto concerne l'Italia non considera l'escalation dei tassi di interesse dei titoli di Stato avvenuta dopo il 31 dicembre 2017", visto che lo stress test considera uno scenario con spread tra Bond decennali italiani e tedeschi a 250 punti base, soglia ampiamente superata oggi fino ad arrivare a 340. "Se continua la tensione sullo spread - conclude Messori - alcune delle nostre banche dovranno ricapitalizzare: farlo con una redditività inferiore al costo del capitale è complicato. A quel punto i banchieri potrebbero dover ridurre il bilancio. E prestare meno soldi".