Banche e spread, Mps è la banca italiana più a rischio collasso per l'aumento degli interessi
Cinquanta miliardi in più da dicembre dello scorso anno. E' il valore in titoli di Stato che si trovano in pancia le banche italiane, cresciuto da 323 a 373 miliardi. Riacquisti che hanno ripreso consistenza da maggio sull'onda della fuga degli investitori esteri da nostro debito legata ai timori sulla definizione del rapporto tra deficit e Pil e alla fine del Quantitative Easing della Banca centrale europea. Una situazione che, scrive Il Fatto Quotidiano, ricorda quella della crisi post 2011, quando il sistema bancario era arrivato a superare i 400 miliardi di titoli di Stato nei bilanci, ovvero il doppio dei livelli abituali pre-crisi. Da un lato, quegli acquisti di titoli di Stato aveva evitato il crac del Paese, dall'altro aveva reso le nostre banche estremamente vulnerabili. A giugno, le prime cinque banche italiane avevano in pancia quasi la metà dello stock di titoli: Intesa ne ha 82 miliardi, Unicredit 55 miliardi, MPS 21 miliardi, in netta crescita rispetto ai 17,6 di fine 2017, Ubi ne ha 9,9 miliardi e BancoBpm 19 miliardi. La situazione più preoccupante è quella della banca senese, perchè se Intesa e Unicredit hanno mantenuto invariato il loro portafoglio e BpM e Ubi lo hanno addirittura alleggerito, MPS lo ha incrementato di 3,5 miliardi, pari a circa un 20% in più rispetto ai 17 e rotti miliardi che aveva a dicembre 2017. Oltretutto, Montepaschi è oggi la banca pubblica con il rapporto più sbilanciato, visto che i 21 miliardi di bond governativi italiani valgono il 230% del capitale e il 15% dell'intero attivo di bilancio. Ovvio come la banca toscana sia la più esposta ai rialzi dello spread. Leggi anche: Spread, la profezia di Ennio Doris: "Cosa succede alle banche se sale oltre i 300 punti base"