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Pensioni e reddito di cittadinanza, il ministro Tria cerca la quadra: spunta la tassa per le grandi aziende
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Giovanni Tria deve far quadrare i conti, soddisfare le richieste del Movimento 5 stelle sul reddito di cittadinanza e quelle della Lega per anticipare la soglia della pensione con pieni diritti a 62 anni con 38 anni di contributi. Compito non facile per il ministro dell'Economia. Perché al momento i conti non tornano proprio. Leggi anche: "Bruttissimo segnale...". Vespa apocalittico su Lega e M5s Per realizzare il programma del governo giallo-verde - cancellazione dell'aumento Iva, tagli alle tasse per i lavoratori autonomi, sgravi sugli affitti dei commercianti, tagli alle accise sulla benzina - servono risorse che non ci sono. I risparmi o le entrate supplementari per far quadrare i conti dovranno essere in totale di almeno 15 miliardi di euro, riporta il Corriere della Sera. E poiché non sono sufficienti i tagli di spesa dei ministeri, andrebbero trovati altrove: per esempio con aumenti dell'Iva selettivi e smantellamento di deduzioni o detrazioni fiscali. Ma soprattutto con nuove tasse per le grandi aziende - banche o servizi di rete - perché questa soluzione sembra anche la più funzionale ai sondaggi d'opinione.
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La Postina con Zanellato diventa Dotta
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