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Tasi, il governo pensa alla reintroduzione della franchigia

La tassa è peggio dell'Imu: il governo pensa a reintrodurre la detrazione di 200 euro. Ma chi ha più proprietà verrà rapinato: si pagano anche 2mila euro

Andrea Tempestini
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Passano i giorni e le indiscrezioni sulla Tasi, quella che di fatto è la nuova Imu, continuano a rincorrersi. Una sola certezza: allo stato delle cose la stangata sarà durissima, peggiore rispetto alla vecchia tassa sul mattone. Qualche cirfra, in breve: la nuova tassa, conferma la Ragioneria generale, porterà nelle casse dello Stato 3,7 miliardi di euro, 300 milioni in meno dell'Imu. Peccato però che le stime siano elaborate sull'aliquota minima dell'1 per mille. Aliquota che può arrivare fino al 2,5 per mille: così, sulle prime case, si può arrivare a pagare un massimo teorico di 9,1 miliardi contro i 4 della vecchia Imu (leggi l'approfondimento). Sommando anche le seconde case il Fisco preleverebbe addirittura 7 miliardi e mezzo in più dalle tasche dei contribuenti. La mazzata sulle seconde abitazioni - ve ne diamo conto con alcune cifre nel resto dell'articolo - è impressionante. Reintrodurre le detrazioni - In questo contesto, secondo alcune indiscrezioni riportate da La Stampa, comincia a prendere piede l'ipotesi di reintrodurre le agevolazioni che sono state abolite con un tratto di penna. Si tratta di reintrodurre la franchigia di 200 euro, limite sotto al quale non si pagava l'Imu, e quella di 50 euro per ogni figlio a carico che abbia meno di 26 anni. Le detrazioni sarebbero relative soltanto alla prima casa. L'ipotesi di reintrodurle deriva dal fatto che gli squilibri maggiori della nuova Tasi derivano proprio dalla cancellazione degli sconti. E se venissero reintrodotti, come si mormora in via XX Settembre? Qualche calcolo lo ha fatto la Cgia di Mestre. Per le abitazioni di tipo economico classificate in A3 - media di rendita catastale di 423 euro - anche con l'aliquota massima del 2,5 per mille la nuova imposta non si pagherebbe. Situazione simile per le numerosissime abitazioni di tipo A2 - rendita catastale media di 625 -: fino a un'aliquota dell'1,5 per mille la Tasi non si pagherebbe; in altri casi, con rendita catastale superiore, peserebbe poco (per esempio 10 euro con l'aliquota al 2, 62 euro con l'aliquota massima). Stangata seconda casa - Se le "buone" notizie sono soltanto un'ipotesi, la certezza, come detto, è che chi ha una seconda casa verrà dissanguato. Questo perché il testo di legge prevede due disposizioni peggiorative rispetto a quanto inizialmente presentato dal governo. La prima è la precisazione che la somma tra aliquota Tasi e Imu non potrà superare la vecchia aliquota massima dell'Imu, ma al netto dell'aliquota di base della Tasi. Il testo è molto complesso, ma in sostanza il prelievo massimo sulle abitazioni differenti dalla prima casa potrà arrivare all'1,16% rispetto al precedente 1,06 per cento. A livello nazionale, l'aumento medio dell'importo da corrispondere per la gabella cresce del 10 per cento. Lasciamo parlare le cifre - spaventose - sulle seconde case. Per esempio a Milano o Roma un'abitazione differente dalla prima con un valore catastale di mille euro, nel 2013 pagherà 1.781 euro; se i due Comuni portassero al massimo la somma tra Tasi e Imu, la spesa arriverebbe a 1.949 euro.

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