Legge di stabilità, sindacati annunciano sciopero nazionale
Cgil, Cisl e Uil si mobilitano per una manovra "che non piace". Ma la prima preoccupazione sono i tagli agli statali, dove hanno la maggior parte degli iscritti
Uno sciopero nazionale delle tre grandi confederazioni sindacali, della durata di quattro ore da tenersi entro metà novembre. Lo annunciano Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, leader rispettivamente di Cigl, Cisl e Uil. L'obiettivo è "dire no a una manovra per la quale esprimiamo giudizio negativo". E così i sindacati, tra i tanti che alzano la voce contro una manovra che non piace a nessuno (per diverse ragioni incontra oppositori da Mario Monti, agli industriali, a Silvio Berlusconi), sono i primi a organizzare la levata di scudi. In difesa dello statale - In un paese che va a rotoli, cosa tengono a cuore Cigl, Cisl e Uil? I dipendenti pubblici, categoria nella quale pescano la maggior parte dei propri iscritti. Nella legge di stabilità varata dal governo Letta ci sono diversi provvedimenti che toccano i travet. Innanzitutto c'è la conferma anche per il 2014 del blocco dei contratti e degli stipendi individuali, che costa agli statali un meno 10,5 per cento in busta paga. Poi c'è l'ampliamento del meccanismo di erogazione a rate per la buonuscita, che fa perdere agli impiegati dello Stato gli interessi per il ritardo dei versamenti. Ma non solo: perchè la legge di stabilità prevede il taglio del 10 per cento degli straordinari, il rallentamento del turn over e la riduzione per circa 50 milioni di euro (pari a circa il 25-30 per cento del totale) dei compensi ai Caf (strutture legate ai sindacati). Insomma, un colpo al settore pubblico (e ai propri iscritti) sul quale i sindacati non possono soprassedere.