Squinzi: legge di stabilità è un pateracchio
Il leader di Confindustria bastona la manovra: manca la spending review della Pubblica amministrazione, che spende 850 miliardi di euro l'anno. "Chiamerò Letta"
Un "pateracchio indescrivibile" con "interventi a pioggia" che rischiano di crare "grande confusione". E la politica che se l'è fatta sotto, di fronte alla necessità di alcuni interventi strutturali, come i tagli alla spesa della pubblica amministrazione. Il presidente della Confindustria, Giorgio Squinzi, non usa certo giri di parole per dare il suo parere sulla legge di stabilità presentata a inizio settimana dal governo durante il Meeting dei giovani industriali in corso di svolgimento a Napoli. "Certo, noi restiamo sempre ottimisti, perchè altrimenti non faremmo gli imprenditori - prosegue il numero uno degli industriali - ma la situazione è gravissima". Per questo, il patron della Mapei si concede un briciolo di pessimismo quando dice che "ora la manovra andrà all'esame del Parlamento e noi temiamo che per calcoli elettoralistici e di convenienza possa addirittura peggiorare". Per questo, nei prossimi giorni, chiamerà di persona il presidente del Consiglio: "Non c'è bisogno di 'telefonatacce' - spiega - nè io nè Letta ne siamo il tipo. Però farò presente al premier, che è stato sempre attento alle nostre esigenze, quel che a nostro avviso in questa manovra non va". In particolare, attacca Squinzi, ''si poteva intervenire con una spending review seria sulla Pubblica Amministrazione che spende 850 miliardi l'anno con un taglio dell'1-2% che significherebbe recuperare risorse per 20-25 miliardi''. Poi, Squinzi si è soffermato sull'annosa vicenda dei debiti della P.A.: "I debiti si pagano, non servirebbero leggi per dire che devi pagare. Questa continua a essere una vicenda sconcertante". E nelle prossime ore sono attese le decisione del viceministro dell'Economia Stefano Fassina, estremamente critico nei confronti della manovra e della mancanza di dialogo all'interno dell'esecutivo. L'ex 'giovane turco', le cui posizioni sono state pubblicamente condivise dal segretario del Partito democratico Guglielmo Epifani, aveva minacciato di lasciare il governo (forse già domani), ma oggi ha avuto un faccia a faccia con Letta. I due, riferiscono fonti di Palazzo Chigi, hanno esaminato il complesso della situazione e hanno parlato di come gestire il passaggio della legge di stabilita' in parlamento, sia per quanto riguarda il confronto con le parti sociali sia per quanto riguarda il confronto con le forze parlamentari. I due hanno parlato dei problemi di collegialita' che Fassina ha posto nei giorni scorsi. Il confronto, stando ancora a quanto riferiscono le stesse fonti, e' stato positivo. La volonta' e' ora di mettersi al lavoro per varare la legge di stabilita' migliore possibile.