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Tra le pieghe della manovraspunta la tassa sui risparmi:20 euro ogni 10mila in banca

La tagliola scatta a prescindere se l'investimento o il bond acquistato abbia generato un guadagno

Nicoletta Orlandi Posti
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Tra le pieghe della legge di Stabilità, la patrimoniale c'è. Seppur mini, c'è. E' spuntata nel documento approvato mercoledì dal governo delle larghe intese in tempi record. Meno di 24 ore dal "monito" del Fondo Monetario Internazionale è stato inserito nella manovra Letta un balzello sui prodotti finanziari che scatta a prescindere se l'investimento o il bond acquistato abbia generato un guadagno. L'aliquota, spiega Francesco De Dominicis su Libero in edicola oggi 17 ottobre 2013, passa dall'1,5 per mille al 2 per mille. Vuol dire che su 10mila euro di risparmi lasciati nei depositi bancari, ogni anno ne "regaliamo" 20 allo Stato attraverso le "comunicazioni delle banche relative ai prodotti finanziari". La stangatina aggiuntiva vale, complessivamente, 900 milioni di euro. Calcolatrice alla mano, significa che il fisco si becca circa 3,6 miliardi ogni anno dai depositi e dai risparmi di famiglie e imprese. A dare il là, era stato il Governo tecnico di Mario Monti che aveva modificato le regole sul bollo in banca, trasformando l'imposta fissa pari a 34,5 euro a un prelievo "a percentuale", cioè una patrimoniale. Segno che tra professori e politici non c'è alcuna differenza.  

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