Il governo Letta invece di coprire l'Iva, spende 1 mld in aerei e elicotteri militari
Due decreti legislativi destinano 975 mln di euro in armamenti. E l'esecutivo dice che non ci sono le coperture per evitare l'aumento dell'aliquota...
Un assegno da un miliardo di euro per l'acquisto di armamenti militari firmato da Fabrizio Saccomanni (ministro dell'Economia), Flavio Zanonato (Sviluppo Economico) e Mario Mauro (Difesa), con il beneplacito di Enrico Letta (premier). Un miliardo di euro: lo stesso importo utile a far slittare al 2014 l'aumento al 22 per cento dell'Iva, aumento che tante turbolenze ha portato nell'esecutivo e che tante critiche ha causato a Silvio Berlusconi, reo di averne cagionato lo scatto al primo ottobre con la sua "irresponsabile crisi di governo". Ma Letta, che i soldi per scongiurare l'aumento di un punto percentuale dell'aliquota li aveva, nelle ultime due settimane di settembre ha destinato 975 milioni di euro con due decreti legislativi (che il Parlamento non ha ancora convertito) in una spesa extra di elicotteri, aerei e apparati elettronici per l'Esercito. Chi ringrazia - A beneficiare del miliardo di investimenti sono Finmeccanica (holding di Stato) ed Esercito, che il 4 giugno scorso, come racconta Gianluca di Feo su L'Espresso, ha chiesto lo stanziamento dei fondi speciali (previsti da una legge pre-crisi) per alcuni programmi militari. Sulla lista della spesa ci sono 15 elicotteri Agusta AW-101 per il Combat Sar dell'Aeronautica, 15 addestratori Alena Aermacchi M-346 (jet per la formazione dei piloti, in uso anche dell'aeronautica israeliana), e lo sviluppo di un programma di digitalizzazione per dotare la fanteria italiana di strumentazione tecnologica. Tra i desiderata dell'Esercito (ma gli acquisti non sono ancora finanziati) anche due fregate Fremm e jet da addestramento (ancora) Aermacchi M-345. Spesa prioritaria - Secondo documenti governativi, questo è un miliardo di euro ben speso: si tratta di programmi "di prioritario interesse pubblico", che uniscono l'esigenza "di ammodernamento degli strumenti per la sciurezza nazionale" all'"esigenza di sviluppo della base tecnologia nazionale in settori produttivi strategici". Ecco, sarà pur vero, ma intanto l'Iva è scattata, i soldi per evitarlo c'erano, e secondo l'esecutivo (in rotta) lo sviluppo del Paese, a quanto pare, passa solo da Finmeccanica.