Berlusconi e la crisi: Mediaset e Mondadori crollano in Borsa
Piazza Affari vota fiducia al governo Letta: i titoli del Cav aprono a -5%. E Saccomanni giurava: "Nessun contraccolpo"...
"In Borsa non ci saranno scossoni, i mercati hanno già scontato la crisi". Non c'è che dire: il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni è stato pessimo profeta, almeno per Silvio Berlusconi. Piazza Affari gli fa pagare le dimissioni dei suoi ministri e gliele fa pagare caro: Mediaset perde il 4,5% a quota 3 euro, con quasi 800mila pezzi passati di mano è il peggiore dei titoli dell'indice Ftse Mib che perde in avvio il 1, 2 per cento. Ma è tutto l'universo berlusconiano a perdere: Mediolanum apre a -1,9% in asta di volatilità, Mondadori a + 1,8%. I mercati, checché ne dica Saccomanni, stanno già votando la fiducia al governo Letta. D'altronde, non è la prima volta che Piazza Affari condiziona o tenta di condizionare la vita politica: già a fine agosto, quando le voci di crisi da parte del Cavaliere si fecero più insistenti, in Borsa arrivò una mazzata a Mediaset, segno che certe cose più che nell'aria sono nei numeri. Lo spread sale - E brividi, soprattutto per l'Italia, arrivano anche dal fronte spread. Dopo un'apertura-horror con il differenziale schizzato a quota 288 punti, ai massimi dallo scorso giugno, il rapporto tra Btp e Bund tedeschi è velocemente rientrato a quota 263, sotto il livello di venerdì. Naturalmente, Guglielmo Epifani non si è trattenuto partendo all'attacco del Pdl: "Il centrodestra sta facendo saltare in aria il Paese ed era evidente che lo spread sarebbe ripartito", ha detto il segretario del Pd in mattinata, intervistato da Radio24.