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Ordine dell'Europa:da ottobre Iva al 22%E Letta piega la testa

Il commissario agli Affari economici Olli Rehn incontra Saccomanni e critica pure lo stop all'Imu

Matteo Legnani
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Il premier Enrico Letta l'aveva definita qualche giorno fa una partita "complicata". Un eufemismo per dire che dal 1 ottobre, l'imposta sui beni di consumo passerà dal 21 al 22%. Un fatto inesorabile, ormai. E che è stato "certificato", ieri, dall'incontro tra il commissario europeo  agli Affari economici Olli Rehn e il ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni. Rehn, come al solito, ha fatto le pulci al bilancio italiano, criticando duramente anche l'abolizione dell'Imu annunciata qualche giorno fa dall'esecutivo Letta. E proprio quell'abolizione, secondo palazzo Chigi, avrebbe reso inevitabile lo scatto dell'Iva. Perchè, solo per far slittare l'imposta a gennaio servirebbe un miliardo di euro. E di soldi, spiega il governo, non ce ne sono. La coperta e' corta e il governo e' costretto a fissare le priorita' per rispettare gli impegni assunti con l'Europa. L'esecutivo si e' impegnato a trovare le coperture per cancellare il saldo di dicembre dell'Imu sulle prime case ed i terreni agricoli, operazione che costera' circa 2,4 miliardi, e ci sono poi alcune voci di spesa da rifinanziare come la cassa integrazione (500 mln-1 mld) e le missioni all'estero (400 mln). Nel corso del colloquio, Saccomanni e il commissario Ue hanno discusso a lungo le preoccupazioni che in Europa ha suscitato la soppressione dell'Imu sulla prima casa e delle eventuali misure che il governo dovra' presentare per compensare il mancato gettito.

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