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Regioni, Irpef su del 20% in tre anni

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Dall'imposta sui redditi 12 miliardi, da quella sulle imprese 34 e da misteriose "altre voci" 1,3. Ma c'è un buco da 3 miliardi

Andrea Tempestini
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Il caso di Batman Fiorito della regione Lazio, a settembre 2012, aveva sollevato il polverone. E che polverone. S'era  scatenata una polemica che è andata avanti per parecchie settimane,  forse qualche mese, terminata con le roboanti dimissioni della giunta guidata da Renata Polverini. Avrebbe potuto essere l'occasione per la svolta. E invece: niente.  Un po' di riforme, qualche ritocco ai bilanci, tagli all'acqua di rose  e riduzioni di spese col contagocce. Niente di rivoluzionario, insomma. Di nuovo al voto, nel Lazio e in molte altre regioni della Penisola,  e acqua passata. La sostanza, però, non è cambiata. Nella galassia  delle regioni italiane continua a transitare una valanga di  quattrini: si sprecano soldi e le tasse aumentano. I dati che la Ragioneria dello Stato ha reso pubblici per la prima volta, ad agosto, con il sistema Siope rivelano che nel 2012 dalle casse dei governatori sono usciti ben 211 miliardi di euro. «Coperti», per usare il linguaggio tecnico, con fondi pari a 208 miliardi.  Attenzione: il buco di 3 miliardi che salta subito agli occhi dopo aver messo mano alla calcolatrice è, forse, il dato meno eclatante. Per “farsi del male” e  capire, quindi, quanti soldi escono ogni anno dalle tasche dei contribuenti  per andare a ingrassare i bilanci regionali, bisogna scorrere la lunga lista degli «incassi» contenuta nei documenti ufficiali della Ragioneria, dipartimento «chiave» del ministero dell'Economia. E in particolare il capitolo «entrate», cioè tasse. Lì comanda l'Irap: l'imposta regionale sulle attività produttive frutta ogni anno 34 miliardi di euro.   Ma andiamo avanti. Il fisco regionale ramazza quattrini un po' ovunque. Le imposte dei governatori colpiscono famiglie e imprese, liberi professionisti e impiegati, consumi e patrimoni. A esempio, c'è il balzello che si paga per il possesso delle auto: 5,9 miliardi di euro. Mentre  la «circolazione» su due o quattro ruote è colpita con 1,3 miliardi di «quota regionale dell'accisa sulla benzina».  Poi c'è la «compartecipazione all'Iva»: dalla tassa sugli acquisti di beni e servizi di qualsiasi natura le regioni ricavano 46,5 miliardi (a cui vanno aggiunti: 4,3 miliardi di «Iva interna», 242 milioni di «Iva all'importazione», 2,7 miliardi di «quota variabile del gettito Iva»).  Stiamo parlando, salvo eccezioni, di una raffica di balzelli che non sono noti ai cittadini: prelievi alla fonte (come quelli in busta paga) o caricati direttamente sugli acquisti (Iva, accise, ...). È il caso dell'imposta erariale sull'energia elettrica che vale 373 milioni o dell'accisa sugli oli minerali: 1,1 miliardi. Non è finita: sui bilanci delle regioni risultano 118 milioni di «imposte sul patrimonio», 272 milioni di «ritenute su redditi di capitali», 16 milioni di «imposta di fabbricazione sugli spiriti», 384 milioni di «imposta di registro», 446 milioni di «bolli».  Merita un discorso a parte l'addizionale regionale all'Irpef. Si tratta di quella odiosa aliquota aggiuntiva -  che s'accoppia a quella dei comuni e  che asciuga le buste paga dei lavoratori. Che, nel 2012, hanno “regalato” ai governatori ben 12 miliardi di euro. Cifra destinata a crescere ancora quest'anno, visti gli aumenti a tappeto. In media per un operaio il salasso è passato dai 222 euro del 2010 ai 297 euro del 2013, per un impiegato da 402 euro a 499 euro, per un quadro da 772 euro a 957 euro. In Molise, Campania e Calabria le aliquote top.   Il capitolo «entrate» termina con la  misteriosa voce «altre imposte» da 1,3 miliardi.  Fin qui: 128 miliardi. Ma non bastano a coprire tutte le spese dei governatori. i quali ricevono dallo Stato, dall'Unione europea, dai comuni e financo dalla province che ciclicamente finiscono nel mirino degli anti casta o grillini del caso. Qualche esempio? Lo Stato versa nelle casse delle regioni 9,5 miliardi per coprire le allegre gestioni della sanità. Per la precisione, dalle finanze statali escono 229 milioni solo per tappare i buchi delle Asl.  Da Roma arrivano anche altri 3,8 miliardi per spese varie. La Commissione europea stacca un assegno da 700 milioni, mentre «per la realizzazione dei programmi comunitari» lo Stato eroga 681 milioni ad hoc. Compresi gli incassi «extra tributari» (3,5 miliardi), altre «entrate derivanti da vendite e riscossione crediti» (9,7 miliardi), i mutui (5,1 miliardi) e le «contabilità» speciali (45,7 miliardi), i governatori, come accennato, nel 2012 hanno potuto contare, nel dettaglio,su 208,6 miliardi di euro. Sì dirà: le regioni hanno competenze enormi, a cominciare dalla sanità: 87,7 miliardi vengono versati sui conti delle Asl e 16,5 miliardi direttamente agli ospedali. Totale: 104,2 miliardi.  Ma comparto salute a parte, altre voci dei bilanci regionali sono degne di nota. A cominciare dal peso degli stipendi dei governatori, dei consiglieri e degli assessori: complessivamente gli «onorevoli» regionali si portano a casa 800 milioni di euro l'anno e la «cura Fiorito» probabilmente non ha avuto  effetti tangibili. I dipendenti delle regioni, poi, hanno buste paga per complessivi 2,9 miliardi di euro. Una voce «enorme» che non comprende, però, tutti gli oneri a carico delle regioni: tra accantonamenti tfr, contributi pensionistici, previdenza complementare, trasferte, formazione vanno aggiunti, infatti, altri 2,3 miliardi.  Cifra che porta il totale della spesa per il personale a 5,2 miliardi. Migliaia di lavoratori che, a pranzo, mangiano grazie a 63 milioni pagati con buoni pasto oppure alle mense, retribuite con 5,6 milioni. Senza dimenticare i 608 milioni erogati alla voce «pensioni». Dipendenti o ex lavoratori a parte, le regioni spendono 55 milioni per la gestione dei terreni e 505 milioni per la sistemazione del suolo, 380 milioni per le strade, 127 milioni per le infrastrutture idrauliche, 56 milioni per le scuole. E ancora: 62 milioni per le reti telematiche, 91 milioni per i beni storici e archeologici, 107 milioni per la rete ferroviaria locale. Ma non è tutto. In una vorticosa partita di giro con gli altri enti territoriali, le regioni danno rispettivamente 2,5 miliardi alle province e 5 miliardi ai comuni. Totale: 211,5 miliardi. Intoccabili (o quasi). di Francesco De Dominicis @DeDominicisF

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