La beffa dei cartelloni ai guidatori: il prezzo della benzina rimane segreto
Nel 2007 le insegne: i distributori dovevano comunicare i prezzi ai consumatori. La maggior parte rimane invece spenta, o i prezzi sono "non pervenuti"
Nel 2007: "Finalmente i consumatori potranno comparare i prezzi della benzina e scegliere il più conveniente", questo il retro-pensiero dietro l'installazione dei "benza-cartelloni", insegne che dovrebbero indicare i prezzi della benzina dei distributori più vicini sulle autostrade italiane, nei pressi delle maggiori città (Roma, Milano, Napoli, Firenze). Oggi, nel 2013, con un sommario controllo si può constatare l'inutilità di queste insegne. Alcune riportano dati a metà, altre solo di alcuni benzinai, molte sono spente. Secondo Altroconsumo se i cartelloni funzionassero si potrebbe risparmiare il 5% sul prezzo della benzina e il 4% su quello del gasolio. Perchè se tutti i distributori fossero obbligati a dichiarare i loro prezzi sui cartelloni autostradali, ovviamente i guidatori potrebbero scegliere il più conveniente. Risparmiando, in cifre, quasi 6,4 milioni di euro. Cosa è andato storto - Dopo una legge sulle liberalizzazioni e due decreti che impongono la trasparenza (2013), i risultati continuano ad essere deludenti. A Brescia Ovest, il cartellone indica solo il prezzo di un esercente su 4. Gli altri, non pervenuti. Quello a Est di Milano, è proprio spento. Firenze-Roma: due su quattro. Firenze-Bologna: tre su quattro. E sono solo alcuni degli esempi in cui si incorre lungo le autostrade nostrane. "Noi sosteniamo da anni l'utilità dei 'benza-cartelloni' perché sono uno dei modi migliori non solo per risparmiare, ma anche per incentivare la concorrenza", ragiona Michele Cavuoti a Il corriere, responsabile indagini di Altroconsumo . "È un peccato, perché le strutture ci sono, ma da noi c'è una forte resistenza". Con conseguenze paradossali. «I distributori, pochi, che comunicano i prezzi sono spesso i più convenienti. Ma questo il consumatore non lo può sapere".