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Imu verso l'abolizione: rischio aumenti su sigarette, alcolici e gas

Letta l'ha capita: via la tassa sulla casa per non cadere. Per togliere la rata di dicembre servono 2,4 miliardi

Giulio Bucchi
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Fino alla fine proveranno a evitare nuovi inasprimenti tributari. E cercheranno di trovare i fondi necessari con interventi sugli sprechi nei conti pubblici. Tuttavia, i tecnici del Tesoro fanno fatica a mettere insieme col solo attrezzo della spending review quei 2,4 miliardi di euro necessari a cancellare definitivamente la prima rata Imu relativa alle abitazioni principali. Ecco perché gli esperti di via Venti Settembre hanno messo in guardia non solo il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, ma anche il premier Enrico Letta: la copertura finanziaria per l'operazione Imu va assicurata anche con «rimodulazioni» delle accise, vale a dire quegli odiosi balzelli che si applicano su alcuni prodotti: alcol, sigarette, gas, giochi e carburanti più un aumento di alcuni bolli. L'intenzione è di tenere fuori dall'operazione benzina e gasolio. Più verosimile un ritocco per le aliquote sulle sigarette, sulle bevande alcoliche e sul gas naturale.  Saccomanni scommette pure di mettere insieme circa 1,5 miliardi di euro dai maggiori incassi Iva derivanti dal pagamento dei primi 10 miliardi di debiti della Pa. Salvo miracoli e accordi diversi (e improbabili) fra i partiti della maggioranza, il Governo di Enrico Letta dovrebbe imboccare per questa soluzione. Una mossa che ha un effetto scontato: la rata di dicembre, con buona pace del Pdl, si dovrà pagare e senza sconti. Mentre la service tax, il nuovo sistema di tassazione locale che comprenderà anche il pagamento dei tributi legati ai servizi comunali (come la tares), vedrà la luce nel 2014, come peraltro richiesto dagli stessi sindaci per bocca del presidente Anci, Piero Fassino. Il piano allo studio dell'Economia ha una variante: al posto del regalo generalizzato a tutti i proprietari (niente prima rata), potrebbe essere introdotto un meccanismo  di detrazioni assai più alte rispetto a quelle attuali, pari a 200 euro più 50 euro per figlio a carico. Sono previste tre opzioni: 437 euro, 508 euro e 618 euro. Più e alta la detrazione più cresce la necessità, per il Governo, di reperire risorse a copertura dell'intervento.  La partita si giocherà al consiglio dei ministri del 28 agosto e fino a quel momento il Popolo delle libertà continuerà a far sentire la voce. Anche ieri il capogruppo alla Camera del Pdl, Renato Brunetta, è tornato a ribadire la posizione del partito («l'Imu va cancellata completamente») e ha incassato l'appoggio della Lega, con il presidente della regione Veneto, Luca Zaia, contrario a uno sconto che riguardi solo il 70% dei contribuenti. Ipotesi, quest'ultima, avanzata giovedì dal ministro  per gli Affari territoriali, Graziano Delrio, ieri invitato proprio da Brunetta a «stare zitto» perché «non competente» sulla materia. Un bavaglio che l'ex presidente Anci ha subito stracciato («zitto non sto di sicuro»), ma senza alimentare ulteriormente la polemica.  In veste di paciere, il ministro  delle Infrastrutture, Maurizio Lupi: «Ognuno esprime le sue libere opinini, obiettivo è superare l'Imu e non permettere l'aumento dell'Iva». Al Tesoro si lavora senza pausa, ma non è ancora stato convocato il summit tecnico con Pd, Pdl e Scelta civica. Le distanze restano ampie. Francesco De Domenicis   twitter@DeDominicisF  

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