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Tares, a fine anno la stangata

L'unica certezza: il conto della gabella sui rifiuti sarà molto salato. Sui tempi precisi, rincari e coperture di un'eventuale riforma è caos

Andrea Tempestini
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Poche certezze sulla Tares, la nuova tassa sui rifiuti: di sicuro c'è che sarà una stangata. Ma il caos legislativo in cui naviga la tassa da ormai due anni rende nebuloso tutto il resto: l'importo preciso, le modalità di pagamento, la data in cui si dovrà saldare e la nuova formulazione stessa delle tassa. La Tares nasce a fine 2011, inserita dal governo Monti nel decreto "salva Italia" e passata in sordina per l'aspra discussione sull'Imu. L'introduzione era prevista per il primo gennaio del 2013: avrebbe dovuto sostituire le vecchie tasse e tariffe sui rifiuti. Ma il Parlamento, quest'anno, è intervenuto più volte - e in modo disordinato - per rimodulare la gabella. Il risultato? La Tares ancora non c'è, sta però per arrivare ma a fine luglio il problema è ancora da risolvere. La deadline teorica è la medesima stabilita per l'Imu, il 31 agosto. Il tempo e le eventuali coperture, però, mancano. Il calcolo - La Tares ambientale era stata ideata per sostituire Tares e Tia, le due vecchie imposte sui rifiuti. Della Tia riprende il "metodo norbalizzato di calcolo": il conto da presentare al contribuente si calcola sulla base delle quantità medie di rifiuti prodotti da ogni categoria di utenza. La maggior parte delle vecchie amministrazioni, però, era rimasta alla Tarsu, meno salata: in questi Comuni, dunque, l'esordio della Tares è destinato a far schizzare le bollette in modo ancor più significativo. La stangata maggiore è riservata agli esercizi commerciali, quelli che producono in particolare quelli che producono rifiuti (bar, ristoranti, alberghi, rivenditori di generi alimentari). Doppio rincaro - A determinare un rincaro, c'è anche il fatto che la Tares, nelle intenzioni del legislatore, dovrà coprire integralmente il costo del servizio dei rifiuti (nei Comuni a regime Tarsu è stato fino ad oggi finanziato anche con altri fondi). Altro fattore che porterà in alto il prezzo della gabella è il fatto che la Tares non distingue tra le amministrazioni rimeste alla Tarsu e quelle passate alla Tia: il nuovo tributo, a prescindere, porterà con sé una maggiorazione pari a 30 centesimi al metro quadrato. Secondo quanto stabilito dal governo Monti, la maggioranzione dovrebbe servire a finanziare i "servizi indivisibili" dei Comuni, quali la manutenzione di strade e patrimonio, l'illuminazione pubblica, la cura delle zone verdi e la sicurezza. In totale, la maggiorazione avrebbe dovuto portare nelle casse dello Stato 1 miliardo di euro in più, a fronte di un eguale taglio ai fondi comunali. La dura protesta degli enti locali ha però portato all'accantonamento del progetto. Modalità di pagamento - Come dimostra quanto scritto fino ad ora, la confusione sotto il cielo della Tares è massima. A causa di tutte queste incertezze, non si sa ancora nulla di preciso su quando si pagherà la tassa. Ad oggi, per evitare una crisi di liquidità dovuta al mancato saldo della gabella (Tarsu o Tia che sia), i Comuni e le aziende di igiene ambientale sono stati autorizzati ad avviare la macchina dei pagamenti calcolando le rate sulla base delle regole che avevano seguito l'anno scorso (le prime bollette sono arrivate tra giugno e luglio). La stangata - Il vero appuntamento con la Tares, dopo il caos degli ultimi mesi, è stato spostato a fine anno: secondo la legge nazionale è fissato a fine ottobre, anche se i Comuni potranno collocarlo anche più avanti (ma non dopo il termnie dell'anno). Stando alle regole in vigore oggi, i contribuenti dovranno fare i conti con gli aumenti della Tares ambientale e anche con quelli della maggiorazione da girare allo Stato, mediante F24 o con un apposito bollettino postale, proprio nei giorni in cui - se non verrà cancellata - si abbatterà anche la stangata dell'Imu. Proposte di riforma - Quando il governo Letta ha sospeso il pagamento della prima rata dell'Imu, ha contestualmente deciso (i provvedimenti sono nel medesimo decreto) di inserire anche la Tares nella "riforma complessiva" del Fisco immobiliare, che il governo si è impegnato a presentare, come detto, entro il 31 di agosto. Ora sul tavolo ci sono molteplici ipotesi, tra le quali quella della cosiddetta "service tax" in cui accorpare ciò che resterà dell'Imu e la Tares stessa. La strada, però, è complessa e piena di ostacoli: sembra difficile trovare una soluzione entro i tempi stabiliti. Così si fa strada anche una seconda ipotesi, ossia sospendere la maggiorazione statale, e magari rendere più progressivo il raggiungimento della copertura integrale dei costi del servizio. Ma per attuare queste ipotesi servono le coperture, che non ci sono: la stangata pare inevitabile.

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