Imu, governo: tutte le opzioni sul tavolo
Il Pdl vuole l'abolizione, ma per i montiani "non è una priorità". Il Pd vuole alleggerirla ma senza ridurre il gettito complessivo: il giallo continua
Le grandi manovre per risolvere il nodo Imu vanno avanti. Il governo e la maggioranza sono arrivati ad un accordo sulla tempistica. Nel 2013 ci sarà uno sgravio sulla prima casa, poi nel 2014 ci sarà la a riforma complessiva del fisco immobiliare. Per quest'anno, secondo quanto è emerso dalla "cabina di regia" voluta da Letta tra il governo e la maggioranza, sul piatto c'è, per ora, 1 miliardo e 800 milioni di euro. L'incontro - Un miliardo arriverebbe dal maggior gettito Iva dovuto alla spinta sul pagamento dei debiti commerciali arretrati dello Stato, il resto da tagli di spesa che il Tesoro ha definito. Intanto gli incontri tra Pd, Pdl e Scelta Civica per arrivare ad una decisione definitiva vanno avanti. Le riunioni sono frenetiche perché il tempo stringe e bisogna scegliere la strada giusta. Il Pd e i montiani provano a rinviare la questione Imu non ritenendola prioritaria nell'azione di governo: "Se deve esserci un taglio delle imposte la priorità deve andare alla riduzione della pressione fiscale sul lavoro e sulle imprese. Poi viene il resto" dice Enrico Zanetti, responsabile della politica fiscale per Scelta Civica. Pressing Pdl - Il Pdl continua il pressing per l'abolizone della tassa e Renato Brunetta è già a lavoro per un disegno di legge che elimini completamente l'imposta. L'unica eccezione che il Pdl è disposto a concedere riguarda le case extralusso, come ville e castelli. Inoltre gli azzurri spingono per l'esenzione totale per i terreni e i fabbricati funzionali all'attività agricola, mentre per gli immobili strumentali delle imprese si prevede un'aliquota ridotta allo 0,4 per mille, così come per le case in affitto (0,5 per mille). L'alleggerimento sulla prima casa sarebbe di circa 3,5 miliardi di euro. Il Pd resiste - Il Pd risponde invece con un doppio criterio legato sia al reddito del proprietario che al valore dell'immobile. Sarebbero presi in considerazione sia l'indicatore Isee, utilizzato per misurare la ricchezza, che l'indice Omi, l'Osservatorio del Mercato Immobiliare dell'Agenzia delle Entrate, sul valore degli immobili. E questo almeno finché non si sia varata la riforma del catasto. Per il Pd, in ogni caso, il peso delle imposte sul mattone non dovrà ridursi, nel complesso, rispetto ai livelli attuali. Anche e soprattutto per ragioni di equità. Insomma il tempo stringe ma la soluzione finale appare ancora lontana. Intanto gli italiani nell'attesa temono di dover rimettere le mani al portafoglio. (I.S.)