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Imu, Comuni in rosso: aumentano le aliquote sulla seconda casa

Oggi vertice governo-maggioranza: servono 5 miliardi per casa e Iva. Intanto gli Enti locali devono chiudere i bilanci: altri rincari

Giulio Bucchi
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Cinque miliardi, e in fretta. E' quanto il governo sta cercando di raggranellare in vista del possibile, ma difficile, taglio dell'Imu sulla prima casa e il mancato aumento dell'Iva. Se ne parlerà oggi, in un vertice con i rappresentanti della maggioranza. Per ora, la tassa sulla prima casa è congelata, come ha già annunciato il ministro dello Sviluppo Flavio Zanonato, ma l'obiettivo dell'esecutivo è sospendere anche la seconda rata da pagare entro il 16 dicembre 2013. E dal 2014, si vedrà. In attesa di capire se entro il 31 agosto ci sarà la cancellazione dell'imposta o solo la sua rimodulazione (come preferirebbe il Pd), i Comuni saranno però costretti ad inasprire le aliquote sulla seconda casa, uniche entrate certe di tutto il pacchetto-Imu. Ci sono i bilanci di previsione da varare, bisogna fare in fretta. E così tanti enti locali hanno scelto di aumentare l'aliquota sulla seconda casa al valore massimo, il 10,6 per mille, con un rincaro sostanzioso rispetto all'anno scorso. Molti Comuni hanno anche aumentato l'aliquota sulla prima casa, ma forse quei soldi per quest'anno, come detto, non li vedranno. I rincari, Comune per Comune - L'elenco dei rincari sulla rata per le seconde case è impressionante e geograficamente e politicamente omogeneo: non c'entra il colore dei partiti, c'entra solo il segno rosso della crisi. E così, per esempio, a Ivrea l'aliquota sulla seconda casa passa al 10,6 per mille (e al 9,6 sugli immobili industriali), lo stesso a Reggio Emilia (e al 5 per mille, dalla base del 4, per la prima casa). A Prato, l'aliquota su seconda casa e capannoni industriali sale al 9,4 dal precedente 7,6 per mille. Nella terremotata Guastalla, nel Reggiano, l'aliquota per le case non principali sale dall'8,6 al 9 per mille, a Montegaldella (Vicenza) dal 9 al 9,7. Aliquota massima (10,6) anche a Colosimi (Cosenza) e Cascina (Pisa), Cerveteri (Roma), Ravenna e Cesenatico. Lo slogan dei sindaci è sempre lo stesso: "Sono tempi duri, bisogna chiudere il bilancio in equilibrio".

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