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La Consulta: "Stato pignorabile per pagare i debiti con le imprese"

La sentenza della Consulta che pignora la Pubblica amministrazione: "Versare il denaro ai creditori, o scatta la confisca dei beni"

Andrea Tempestini
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Una rivoluzione: lo Stato è pignorabile per pagare i debiti con le imprese. E' quanto ha stabilito una sentenza della Corte Costituzionale. Semplice la ratio: la Pubblica amministrazione deve pagare i debiti, proprio come i privati cittadini. Sono così da considerarsi incostituzionali le leggi che attribuiscono privilegi allo Stato, come quelle che proteggono le Aziende sanitarie locali e che dichiaravano impignorabili i loro beni. Chi trema - I principi sono contenuti nella sentenza della Consulta appena depositata, che boccia le norme che, attraverso decreti ingiuntivi, da tre anni impediscono ai creditori delle Asl di rivalersi in qualche modo. Secondo la Corte i fornitori - aziende mediche, farmaceutiche, cliniche o laboratori di analisi - devono essere pagati, poiché altrimenti rischiano di fallire. Un ragionamento semplice, ma che in Italia non è mai stato scontato. Così, dopo la pronuncia, tremano le Regioni in rosso che assorbono la maggiore fetta del deficit sanitario: Lazio, Campania, Calabria, Abruzzo, Molise, Sicilia, Piemonte e Basilicata. In totale i debiti in sospeso ammontano a 7 miliardi di euro (arrotondando per difetto). I decreti - La sentenza che riscrive un pezzettino di storia è la numero 186 del 3 luglio, relatore Paolo Maria Napolitano. La pronuncia è chiara, netta: le casse delle Asl possono essere pignorate perché il debitore pubblico non può essere svantaggiato rispetto a quello privato. La Corte Costituzionale ristabilisce l'uguaglianza dei cittadini, anche in questo caso. Di proproga in proroga, infatti, dal 2010 e fino al prossimo 31 dicembre erano state sospese le azioni esecutive nei confronti delle società sanitarie regionali con piano di rientro e commissariate al 31 maggio 2010. L'ultima norma in materia, quella contenuta nel decreto Balduzzi, era andata oltre prevedendo l'estinzione dei pignormaneti ottenuti prima del novembre scorso. La Corte Costituzionale, però, ora fa tabula rasa: tre anni sono troppi per un blocco che doveva durare soltanto 12 mesi. 

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