Imu, Letta fa la voce grossa con il Fmi. Ma ci terremo la tassa sulla casa
«Nel discorso che ho fatto alle Camera c'è chiaramente scritto che noi faremo un riforma che supera l'Imu così com'è e riconfermo che questa è l'indicazione». Al solito accorto, Enrico Letta capisce subito che il caso Fmi ha le carte in regola per innescare una serie di scossoni di maggioranza di cui nessuno sente il bisogno. Perciò si premura, appena se ne presenta l'occasione, di produrre la piccata dichiarazione di cui sopra, che dà modo di far passare da subito il concetto “Letta contro il Fmi” e di evitare che i malumori innescati dall'improvvido «ne terremo conto» pronunciato giovedì dal ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni in risposta all'invito del Fmi affinché l'Italia non abolisca l'Imu oltrepassino il livello di guardia. L'operazione di pompieraggio regge: il Pdl si trincera dietro la linea tracciata dal segretario Angelino Alfano («Sull'Imu non acceteremo il consiglio del Fmi») e si esercita per tutto il giorno in un tiro alla Lagarde senza insistere troppo sul governo. Regge anche il Pd dove, pur senza fare nulla per nascondere il grande apprezzamento per la tempestiva uscita del Fmi, si evita di fare troppe polemiche con l'alleato berlusconiano. Se a parole la situazione è favorevole, è dal fronte dei conti che arrivano i problemi. Tra il dire lettiano e il fare, infatti, resta il mare dei 4 miliardi da far saltare fuori per abolire davvero l'Imu sulla prima casa. E i 4 miliardi, al momento, non solo non ci sono, ma nessuno pare avere grandi idee sul come e il dove trovarli. E la deadline del 31 agosto - termine che lo stesso governo ha dato a se stesso per produrre la famosa riforma strutturale dell'Imu - seguita ad avvicinarsi minacciosa. La situazione è talmente seria che nel governo si è iniziato a pensare al piano B. Che, coerentemente con la linea tenuta finora, consisterebbe in un ulteriore allungamento dei tempi. Un rinvio del rinvio, insomma. Al ministero di via XX settembre (il cui titolare pure si era spinto ad ipotizzare l'arrivo della riforma addirittura in anticipo sul termine di fine agosto), si sta studiando la possibilità di estendere di un mese il termine di pagamento della rata congelata a giugno: la scadenza del 16 settembre slitterebbe al 16 ottobre. In un mese possono succedere un sacco di cose, e hai visto mai che ad allungargli il tempo utile il coniglio possa decidere di spuntare dal cilindro. Sullo sfondo, però, resta il muro del Pdl. Che ha fatto ampiamente capire come l'abolizione dell'Imu sia la linea del Piave e come adombrare la crisi di governo qualora non si ottenessero i risultati sperati non sia un tabù. Le voci di possibili dimissioni in blocco dei ministri del Pdl qualora in agosto il governo non dovesse tenere fede agli impegni ieri circolavano con inedita insistenza. di Marco Gorra