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Governo, Letta per trovare i soldi ha una soluzione: prelievo forzoso sui conti correnti

Enrico Letta

L'esecutivo non ha annullato i balzelli, li ha solo rimandati. Significa che quando non potrà posticipare il salasso, le risorse andranno rastrellate nelle nostre tasche

Ignazio Stagno
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Tira una brutta aria. Il governo ormai come dice anche il ministro Fabrizio Saccomanni è un esecutivo "che procede con misure-ponte". Nulla di certo, nulla di deciso. Solo rinvio di tutto. Dall'Iva all'Imu il governo prende tempo. Intanto ci si interroga su cosa potrebbe accadere quando i "minuti di recupero" della partita finiranno. L'aumento dell'Iva per il momento è stato posticipato, sull'Imu Letta ha promesso una riforma sostanziale entro la fine di agosto. Ma quando in autunno gli italiani saranno chiamati a versare l'imposta municipale unica che non hanno versato a giugno, la Tares che è stata posticipata e magari si ritroveranno pure l'aumento dell'Iva allora bisognerà pur dare una risposta ai contribuenti. E quella risposta dovrà darla il governo Letta. In quel momento nessun rinvio sarà più possibile. Prelievo forzoso - Per non scontentare nessuno il governo potrebbe cercare strade alternative per recuperare quei dieci miliardi di euro che mancherebbero all'appello nel bilancio dello Stato. L'esecutivo come scrive il direttore Maurizio Belpietro su Libero di sabato 29 giugno, non ha a quanto pare intenzione di mettere mano alla forbice "per tagliare gli sprechi di denaro delle pubbliche amministrazioni". Nè a quanto pare Letta ha intenzione di vendere "il patrimonio dello Stato che non viene utilizzato come caserme e edifici pubblici che non servono più". Cosa farà allora il governo? "Ci corre l'obbligo", scrive Belpietro, "di riferire una voce che da qualche tempo gira negli ambienti ministeriali e non solo. Il passaparola riferisce infatti che al momento giusto quando la situazione si sarà ingarbugliata per bene e bisognerà porvi rimedio in tempi brevi; quando il Cavaliere grazie ai processi sarà alle corde e ridotto al silenzio dagli arresti domiciliari; cioè quando il paese sarà cotto al puntino da essere servito in tavola, ecco arrivare la madre di tutte le soluzioni, ovvero l'arma letale per il ceto medio, vale a dire il prelievo forzoso dai conti correnti". La ricchezza aggredibile - Insomma Letta potrebbe indossare la maschera di Giuliano Amato e adottare lo stesso metodo che il Dottor Sottile usò nel 1992 prendendosi il 6 per mille dai conti correnti. E il cesto da cui pescare è ricco. Nel mirino del guanto di Letta finirebbero fondi di investimento, azioni di imprese quotate, obbligazioni straniere, conti bancari, depositi postali, titoli di debito pubblico, obbligazioni di banche e imprese. L'autunno sarà la stagione della verità. Intanto il governo fa sapere che per il momento non c'è all'orizzonte nessun prelievo forzoso. "Sono destituite di ogni fondamento le ipotesi riportate su alcune testate giornalistiche relative a prelievi su conti correnti e depositi bancari", spiegano fonti del ministero dell'Economia. (I.S.)

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