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E' morto Giuseppe Rotelli, magnate della sanità privata e primo azionista Rcs

Lottava da due anni con la malattia. Pochi giorni fa aveva ceduto 6,1 milioni di diritti

Francesca Canelli
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Lottava da oltre due anni con una malattia che oggi, 28 giugno, non gli ha lasciato via di scampo. E' morto circondato dall'affetto dei cari Giuseppe Rotelli, 68 anni, pilastro della sanità privata italiana e azionista di spicco del gruppo editoriale Rcs con una quota pari al 16,55%. L'imprenditore di Pavia, si legge in un comunicato dei suoi collaboratori, "da oltre due anni combatteva contro una malattia che non gli ha però impedito di essere nel pieno della sua attività sino all'ultimo, con la passione che ha sempre contraddistinto il suo impegno per la costante crescita del suo amato gruppo e della grande rete ospedaliera che ha saputo costruire".  La vita - Laureato in giurisprudenza, due volte presidente del comitato regionale per la programmazione sanitaria della regione Lombardia, dal 1980 è stato alla guida dell'IRCCS Policlinico San Donato, che sotto la sua gestione è diventato una delle più prestigiose istituzioni ospedaliere d'Italia. Ha fondato in seguito il Gruppo ospedaliero San Donato, che, con le sue 18 strutture, è il primo in Italia e tra i primi in Europa. Proveniente da una famiglia di imprenditori (il nonno era commerciante di generi alimentari e insieme al genero fondò l'Istituto di cura città di Pavia), nel 2006 Giuseppe entra tra i soci stabili di via Solferino attraverso la finanziaria di famiglia Pandette, con il 5,065% dei diritti di voto (1,611% di partecipazione diretta e una quota del 3,45% derivante dalla sistemazione della partecipazione della Bpi). Nel 2010 debutta debutta nel consiglio di amministrazione di Rcs dopo le dimissioni di Marco De Luca, azionista di minoranza. Nel 2012 finanzia con 405 milioni di euro il San Raffaele, per salvarlo dal fallimento. Ad oggi era il primo azionista di Rcs, con un investimento di 53,7 milioni di euro, anche se solo pochi giorni fa aveva ceduto 6,1 milioni di diritti dando il là alle voci di mercato secondo cui Diego Della Valle, azionista della società di via Solferino con l'8,7% fuori patto, fosse interessato a rilevare questi diritti.

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