La Corte dei Conti boccia il nuovo redditometro
Il nuovo redditometro non sarà decisivo nel contrasto all'evasione fiscale. Il giudizio è contenuto nel Rapporto sul coordinamento della finanza pubblica della Corte dei Conti, secondo cui "il clamore mediatico suscitato dal nuovo meccanismo di ricostruzione sintetica dei redditi appare francamente sproporzionato rispetto alle limitate potenzialità dello strumento e alla presumibile efficacia dello stesso che continuerà, inevitabilmente, a costituire un criterio complementare per l'accertamento dell'Irpef". Il conto alla rovescia per il redditometro Il nuovo strumento di lotta all'evasione fiscale messo a punto dall'Agenzia delle Entrate è in dirittura d'arrivo.. I tecnici delle Entrate lo hanno già presentato ad alcune categorie, da Cna a Confartigianato, e puntano a licenziarlo il più presto possibile, probabilmente anche la prossima settimana. Ad aprile era stato del resto lo stesso presidente dell'Agenzia, Attilio Befera, a spiegare che si sarebbe potuto finalmente stringere e chiudere nel mese di maggio. Arrivati ai primi di giugno, i tempi sembrano quindi ormai strettissimi. Le nuove regole - Le semplificazioni riguarderanno in primo luogo l'utilizzo delle contestate medie Istat sulle voci di spesa non conosciute all'amministrazione finanziaria che serviranno solo in un secondo step di controlli, ovvero nella seconda fase del contraddittorio con il fisco. Nella prima fase i contribuenti da sottoporre ai controlli saranno selezionati prendendo infatti in considerazione solo le voci di spesa già note al fisco come i mutui, l'acquisto di auto o di pacchetti vacanze. Se l'amministrazione dovesse riscontrare uno scostamento tra reddito dichiarato e reddito ricostruito superiore al 20%, si passerà al contraddittorio con il contribuente che potrà in quella sede portare le sue giustificazioni (eredità, regalo dei genitori dimostrato da un bonifico, vincita al lotto o quant'altro). Solo in un ulteriore approfondimento, se cioè la difesa non sara' ritenuta convincente, entreranno in gioco le medie Istat volte a misurare quelle ulteriori voci spesa, come gli alimentari o l'abbigliamento, che il Fisco non contempla. I giustificativi - Anche in questo caso il contribuente potrà presentare altre giustificazioni o prove, cercando così di evitare l'accertamento vero e proprio. Le argomentazioni potranno in questo caso essere anche non documentate. Per esempio - hanno spiegato in passato le Entrate - se una persona non spende per alimentari perché va a mangiare tutti i giorni dalla madre che abita nello stesso pianerottolo potrà portare questa motivazione. Da tempo, di fronte alle polemiche di categorie e associazioni dei consumatori, l'Agenzia aveva peraltro precisato che i valori Istat da soli non avrebbero mai determinato un accertamento.