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Ue, stop a procedura sul deficit italiano

Ignazio Stagno
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L'Unione Europea per una volta ci ha promossi. Bruxelles ha infatti ufficialmente chiuso la procedura per deficit eccessivo contro l'Italia aperta quattro anni fa (il premier, Enrico Letta, ha commentato: "E' merito di tutti gli italiani"). Ma la buona notizia ha un'ombra. L'Europa che ci sorride davanti ma continua a bastonarci alle spalle. Infatti insieme alla chiusura del fascicolo deficit arriva un monito, una raccomandazione che graverà sulle tasche degli italiani a lungo. Proprio mentre Letta parla della necessità di fare al più presto le riforme ("Abbiamo 18 mesi"), l'Europa cerca di disinnescare le due di maggiore impatto: l'abolizione dell'Imu e lo stop all'aumento dell'Iva. Il governo, insomma, ha le mani legate. I margini di manovra, se venissero recepiti i diktat di Bruxelles, ci sarebbero solo per le riforme di rango costituzionale.  Più Imu e aumentate l'Iva -  Come detto, Bruxelles non vuole che si tocchi l'Imu e spinge per non evitare l'aumento dell'Iva. Una spada che ora pende sulla testa del governo. L'Ue in pratica ha allungatop la lista dei compitini per casa che Roma deve eseguire. Tra queste dritte quella sul tema fiscale è la più pesante e incisiva ed entra pienamente nell'attuale dibattito politico nazionale: l'Italia, a parità di gettito, deve alleggerire il carico fiscale da lavoro e capitale compensandolo con la maggiore tassazione dei consumi (Iva) e degli immobili (Imu). Estate decisiva - Dunque ora il governo e il premier Enrico Letta dovranno fare in conti con le direttive di Bruxelles. Per quel che riguarda l'Iva, la Ue chiede di rivedere il regime delle esenzioni e delle aliquote ridotte, mentre per gli immobili la Commissione raccomanda di riformare il catasto per allinearlo ai valori di mercato. Una linea che pare vicina a quella del ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni, favorevole a occuparsi prima del rilancio degli investimenti che di bloccare il previsto aumento dell'Iva, ma non a quella dell'intero governo. Sull'Imu, che ricordiamo è stata rinviata a settembre, il governo ha promesso con un decrerto di intervenire per una riforma entro la fine di agosto. La sopensione della rata di giugno ha dato ossigeno ma l'esecutivo deve decidere presto se abolire l'imposta o cambiarne i parametri. Su questo fondamentalmente si gioca la tenuta del governo Letta. Bruxelles intanto dall'alto continua ad osservarci. (I.S). 

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