I mercati e l'Europa ci danno fiduciaL'Italia fuori dalla procedura extradeficit
Mercoledì la Commissione Ue proporrà l'uscita del nostro Paese dalle misure di contenimento avviate nell'ottobre del 2009, quando il rapporto disavanzo/pil era al 5,3%
''Soddisfazione''. E' quanto trapela in ambienti di Palazzo Chigi per la proposta di chiudere la procedura di extradeficit per l'Italia. ''Finalmente - viene sottolineato - una buona notizia per il Paese''. Gli stessi ambienti restano comunque prudenti rinviando ''un commento più completo'' al momento della formalizzazione della decisione. Mercoledì prossimo, la Commissione europea proporrà l'uscita dell'Italia dalla procedura per deficit eccessivo, avviata nell'ottobre del 2009, quando il rapporto disavanzo/pil era al 5,3%. Per il 2012, secondo le previsioni di primavera pubblicate all'inizio del mese, l'esecutivo Ue stima un rapporto deficit/pil del 3%, mentre per il 2013 del 2,9%. Raccomandazioni - Il 29 la Commissione pubblicherà anche le raccomandazioni speficiche per Paese, basate su una valutazione dettagliata della situazione economica, di bilancio e occupazionale in ciascuno Stato membro e su programmi di riforme e stabilità presentati. Laddove lo ritenga necessario, la Commissione raccomanderà ulteriori misure strutturali, di bilancio ed a sostegno della crescita da adottare nei 12 mesi successivi. Secondo la normativa europea, la procedura per deficit eccessivo - che si avvia nel caso di un superamento del rapporto deficit/pil del 3% - viene abrogata quando il disavanzo eccessivo viene corretto "in maniera duratura e sostenibile". Le regole di Bruxelles prevedono che "nei primi tre anni successivi all'abrogazione della procedura, il Paese continuerà ad essere esentato dalla richiesta di ridurre il rapporto debito/pil di almeno il 5% all'anno" oltre alla soglia del 60%, fissata come limite dal Patto di stabilità, mentre sarà richiesto di avere "un progresso sufficiente verso il rispetto del criterio di riduzione del debito". Un elemento particolarmente importante, visto il livello record del debito italiano, che quest'anno ed il prossimo dovrebbe superare il 130%. Imu e Iva a spese nostre - Una volta fuori dalla procedura e rientrati nel cosiddetto braccio preventivo del Patto di stabilità e crescita viene concesso al Paese uno spazio di manovra negli obiettivi di bilancio, in particolare per quanto riguarda gli investimenti pubblici produttivi, con progetti cofinanziati con dall'Ue, che potrebbero essere scomputati dal calcolo del disavanzo. A questo potrebbe aggiungersi la possibilità di far lievitare dello 0,5% il deficit previsto dal governo per il 2014, pari all'1,8% del Pil, quantificato in 7-10 miliardi di euro. Infine, si sottolinea a Bruxelles, l'abrogazione della procedura per deficit eccessivo è "un chiaro segnale ai mercati che le finanze pubbliche di un Paese sono solide e sostenibile", con un effetto di ulteriore riduzione degli interessi sul debito. Il diktat europeo però è chiaro: i 10 miliardi di euro del "tesoretto" potranno essere investiti solo nel comparto "crescita", partendo per esempio da cuneo fiscale e riduzione dell'Irap. Su Imu e Iva, invece, occorrerà far quadrare i conti senza contare sulle risorse sbloccate da Bruxelles. La coperta, insomma, resta corta.