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Italiani affondati nei debiti:34 miliardi nel 2012e torna il boom delle cambiali

L'Osservatorio delle società di recupero crediti registra un aumento del 48% sul 2010. E il 71% della somma è in capo alle famiglie

Matteo Legnani
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"Ecco qua, sono un chilo e due di cambiali" dice il direttore dell'hotel 5 stelle lusso di Capri dove il povero ragionier Ugo Fantozzi aveva portato l'adorata signorina Silvani. E Fantozzi giù a firmare. Era il 1976 e chi avesse visto quel film ("Il secondo tragico Fantozzi") solo 4 o 5 anni fa avrebbe classificato la cambiale come uno dei simboli di un'altra Italia. E, invece, il titolo di credito è tornato terribilmente di moda, nostro malgrado. Perchè, a causa dei morsi della crisi, gli italiani proprio non ce la fanno a pagare. E l'Osservatorio delle società di recupero crediti riunite nell'Unirec indica che il numero di cambiali firmate dagli italiani nel 2012 è cresciuto dell'11% rispetto al 2011 e addirittura del 44% sul 2009. Un dato che si somma a quello dei debiti non onorati, che l'anno scorso hanno toccato l'astronomica cifra di 33,717 miliardi di euro, con un aumento del 17% sul 2011 e del 48% sul 2010. Un debito "mostruoso", lo avrebbe definito Fantozzi. Il 71% di quei debiti (cioè circa 24 miliardi) è relativo alle sole famiglie, il 29% alle aziende.  Dal rapporto emerge, inoltre, che le regioni italiane più “indebitate” - quelle, cioè, con la maggiore entità  di importi affidati - sono la Sicilia (15% del degli importi totali), la Campania (14%), la Lombardia (13%) e il Lazio (8%), mentre quelle  più virtuose sono la Basilicata (1%), il Molise (1%), il Trentino e la Valle d'Aosta (meno dell'1%). Nelle aree più critiche e nelle regioni con situazioni socio-economiche più difficili si rileva anche un tasso di recupero dei crediti decisamente  minore.

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