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Aumento dell'Iva dal 21 al 22%, una stangata da 207 euro a famiglia

Eliana Giusto
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L'aumento dell'Iva dal 21 al 22 per cento - previsto per il primo luglio - avrebbe una "ricaduta negativa complessiva di 207 euro annui in più a famiglia con un nucleo di tre persone". E' l'allarme lanciato da Adusbef e Federconsumatori, secondo cui un rincaro del genere in questo momento di crisi "sarebbe da irresponsabili". "Non si è ancora capito che il potere di acquisto delle famiglie, ormai ridotto ai minimi storici, sta determinando un mercato in continua contrazione e recessione, con gravi ripercussioni sia sul benessere delle famiglie stesse che sulle imprese", dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti. Anche alla luce di altri aumenti quali prezzi e tariffe, vi sarà poi un'ulteriore riduzione del potere di acquisto, soprattutto a danno dei redditi fissi (lavoratori e pensionati). In uno scenario simile, aumentare l'Iva, così come voluto dall'ex premier Mario Monti, avrebbe una ricaduta impressionante e deleteria su un mercato già asfittico, facendo impennare ulteriormente prezzi e tariffe. "Quel che è peggio - spiegano Trefiletti e Lannutti - è che ad aumentare non saranno solo i prodotti soggetti all'Iva al 22%, peraltro il 70% del totale, ma, attraverso costi aggiuntivi a partire da quello fondamentale dei carburanti, incidendo sui costi di trasporto verranno ritoccati i prezzi di tutti i beni trasportati su gomma, in particolar modo i beni di largo consumo, nonché le tariffe praticate da artigiani e professionisti, oltre agli arrotondamenti che si verificheranno come sempre a sfavore delle famiglie". Si puo' calcolare, concludono, che "l'aumento dell'Iva determinerà, con le motivazioni suddette, un'implementazione del tasso di inflazione di 0,6 - 0,7 punti percentuali, con una ricaduta negativa complessiva di 207 euro annui in più a famiglia con un nucleo di tre persone". 

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