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Imu, Iva e cassintegrati: servono almeno 12 miliardi

Per rispettare i programmi di Pd e Pdl Letta dovrà fare una nuova manovra. E solo restituire e abolire il balzello sulla casa costa oltre 8 miliardi...

Giulio Bucchi
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di Antonio Castro Una cambiale in scadenza. Come le famiglie italiane fanno i salti mortali per far quadrare i conti mensile dei pagamenti imprevisti, anche il presidente del consiglio incaricato (con Riserva) Enrico Letta ha fatto la lista delle scadenze inderogabili. Il 1 luglio scatterà l'aumento di 1 punto percentuale dell'Iva (per evitarlo servono 2 miliardi), poi c'è l'aumento della Tares (immondizia e servizi invisibili), un altro miliardo e rotti. Lo stesso ministro del Welfare, Elsa Fornero, ha ammesso che per dare copertura dalla cassintegrazione in deroga servirebbero almeno 1,7 miliardi (ma i sindacati fanno di conto e sparano un massimo 3 miliardi). Gli esodati sono salvi per decreto, però i soldi per mandarli in pensione non bastano. Non se ne conosce il numero e neppure il costo. Poi c'è l'Imu 2013 che fra 43 giorni  tornerà a bussare all'indirizzo di milioni di italiani. A spanne un massimo di 4,3 miliardi per eliminare quella sulla prima casa (vedi altro servizio a pagina 6). E ancora: il 30 giugno, è dietro l'angolo, bisognerà trovare la copertura per il cosiddetto “bonus energia”, gli sconti fiscali per chi installa pannelli solari, finestre a bassa dispersione e altri interventi per il risparmio energetico. Una partita che complessivamente vale circa 7 miliardi. Tralasciando la necessità di tagliare ancora la spesa pubblica (da 12 a 15 miliardi) per la seconda fase della “spending review” fissata tra maggio e giugno, è come se il futuro (o futuribile) governo Letta nascesse con una cambiale di oltre 12 miliardi sul groppone. Quattrini sonanti e da trovare in poche settimane.  Leggi l'articolo integrale di Antonio Castro su Libero in edicola oggi, venerdì 26 aprile

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