Cerca
Cerca
+

Fornero senza pietà coi pensionatiVuole indietro la quattordicesima

Era un'integrazione per i pensionati meno abbienti: ora hanno 36 mesi per restituire quanto percepito. Vengono colpiti circa 200mila anziani più poveri

Matteo Legnani
  • a
  • a
  • a

di Antonio Castro Le comunicazioni sono cominciate ad arrivare da qualche giorno: “caro signor Tal de Tali lei ci deve restituire la quattordicesima” «indebitamente percepita nel 2009». Il prelievo, in 36 comode rate, avverrà sulla pensione a partire dalla rata di pensione di giugno. Distinti saluti, l'Inps (o l'Inpdap o l'Enpals).  Nel pieno della peggiore crisi economica che l'Italia ricordi dalla fine della Seconda Guerra mondiale, mentre le stesse statistiche dell'Inps certificano che giusto nel 2011 quasi la metà dei pensionati (7,4 milioni) ha incassato una pensione inferiore a 1.000 euro e altri 2,2 milioni (il 13,3%) non hanno superato i 500 euro al mese, si passa a dare una bella grattugiata alle pensioni e ai pensionati più poveri. Come? Facendosi restituire dai 262 ai 504 euro «indebitamente percepiti».  A settembre dello scorso anno, infatti, l'Inps ha ricevuto dall'Agenzia delle Entrate le incongruenze fiscali di chi nel 2009 aveva dichiarato di aver diritto alla cosiddetta Quattordicesima (mensilità aggiuntiva istituita dal governo Prodi nel 2007). Il ministero del Welfare - dopo un estenuante tentennamento  e le pressioni parlamentari - è riuscito ad inserire soltanto una dilazione a 36 mesi della restituzione e ad evitare il pagamento delle more e degli interessi. Però Elsa Fornero, pur di non rinunciare a circa 60 milioni di incassi, ha comunque dato seguito alla restituzione forzosa. Morale:  dal marzo scorso i poveri pensionati  (possono richiederla e incassarla soltanto coloro che hanno un trattamento non superiore a 8.504 euro), hanno cominciato a ricevere la sgradita comunicazione dall'Inps (che con il “Salva Italia” di Monti ha assunto funzioni e compiti anche di Inpdap e Enpals). I tassati della Quattordicesima sono in tutto circa 200mila pensionati, nell'ipotesi migliore lo Stato incassera 60 milioni di quest iniziativa, meno di un euro a testa per tutti gli italiani, circa 300 euro in media per ogni pensionato il prelievo. Con un costo (decurtazione media) di circa 10 euro al mese per i prossimi tre anni.   Insomma, l'ultimo regalo della Fornero è di non essere riuscita a bloccare la restituzione. Non per tutti, per carità, ma almeno per quel popolo di pensionati che superava la soglia massima (8.504 euro l'anno) di qualche manciata di euro. Basta infatti avere un minimo di reddito Irpef dichiarato all'Agenzia delle Entrate, anche soltanto 5 euro,  per perdere il diritto all'erogazione straordinaria. Considerando che secondo Bankitalia il Prodotto interno lordo italiano nel 2012 dovrebbe attestarsi oltre i 1.595 miliardi di euro, andare a grattare 60 milioni con la restituzione (il prelievo obbligatorio) nelle tasche dei pensionati è veramente bizzarro. Tanto più che spedire 200mila lettere, controllare centinaia di migliaia di posizioni previdenziali con altrettante posizioni fiscali ha comunque un costo. Insomma, giustissimo farsi restituire dal soliti furbetti la Quattordicesima non dovuta. Però applicando la norma a tutti, anche a chi non ha comunicato di sforare di qualche euro il limite massimo, vuol dire andarsela a prendere proprio con la fascia più debole ed economicamente disagiata della popolazione.  La norma sull'elargizione della mensilità aggiuntiva era stata pensata nel 2007 (ma applicata solo nel 2009) proprio per venire incontro a chi a fine mese proprio non riesce ad arrivarci. E infatti, spiegano dall'Inps, «la somma aggiuntiva non costituisce reddito né ai fini fiscali né ai fini della corresponsione di prestazioni previdenziali e assistenziali». Come dire: è inutile tassare un poveretto che non solo non arriva a fine mese ma non riesce neppure a scavallare la metà del mese con  l'iperbolica pensione di 653 euro al mese.  I sindacati, in verità, scoperto il trappolone avevano richiesto al ministro Fornero di soprassedere con la restituzione forzosa almeno nei casi conclamati di sforamento minimale. Non c'è stato nulla da fare. L'unica concessione è stata la dilazione in 36 «comode rate». Come se pagare a rate non fosse sempre rinunciare a quegli 8 euro che consentono di comprare qualche litro di latte o qualche pacco di pasta in più per tirare la fine del mese.  Inflessibile la norma, insensibili i tecnici. Morale: a cominciare da giugno chi riceve la sontuosa pensione sotto i 653 euro si vedrà defalcati circa 8 euro al mese. Proprio una bella trovata di chi  8 euro li spende serenamente per regalarsi un aperitivo e non deve fare i salti mortali per non finire alla mensa della Caritas (sempre che già non stia in fila).

Dai blog