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Bankitalia smentisce i Prof:inevitabili nuove manovreE il governo: Imu resta nel 2013

Non bastano 18 mesi di bastonate fiscali. Per arrivare al pareggio di bilancio nel 2015 e tenere il rapporto deficit/pil sotto il 3% servono 16-17 miliardi

Matteo Legnani
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di Francesco De Dominicis Stangate finite? Macché: preparatevi a nuovi salassi fiscali. Almeno fino al 2018. Le previsioni del Governo di Mario Monti sono sbagliate. Di poco, questione di percentuali. In effetti è così: 0,2% l'anno, dal 2015 per tre anni consecutivi. Il che vuol dire una correzione dei conti pubblici complessiva pari ad almeno l'1% del prodotto interno lordo, più alto dello 0,6% indicato dall'esecutivo. Calcolatrice alla mano significa 16-17 miliardi di euro nel triennio finito, ieri, sotto i riflettori della Banca d'Italia. Quattrini, secondo palazzo Koch, necessari a raggiungere il pareggio di bilancio oltre che a mantenere il rapporto tra deficit e pil sotto il 3% imposto dall'Unione europea. È stata dunque l'autorità di via Nazionale a portare alla luce gli «errori» dell'Esecutivo contenuti nel Documento di economia e finanza, approvato poche settimane fa dal consiglio dei ministri. Errori  quasi impercettibili -  quelli riportati nell'audizione al Senato di Daniele Franco, alto funzionario di Bankitalia - ma dagli effetti non irrilevanti. Specie per le tasche dei contribuenti, già massacrati, negli ultimi 18 mesi, da una sequenza di manovre tributarie probabilmente tra le più dolorose della storia del Paese. Leggi l'approfondimento su Libero  in edicola mercoledì 24 aprile  

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