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Commissione Ue: "La crisi italiana rischia di contagiare la zona euro"

Nel rapporto sugli squilibri economici nell'area euro, l'esecutivo europeo sottolinea le conseguenze sui mercati dovute all'instabilità politca

Sebastiano Solano
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Mentre Pierluigi Bersani porta avanti, testardo, il triste teatrino di un'improbabile formazione di un governo di minoranza, chiudendo la porta a qualsaisi intesa con il Pdl, che invece in questo momento sarebbe provvidenziale, ci pensa la Commissione europea a riportarci con i piedi per terra. In un rapporto sugli squilibri economici dell'Unione, l'esecutivo comunitario definisce "consistente il rischio di un potenziale contagio economico e finanziario" della crisi italiana a tutta la zona euro. Perché? A causa delle probabili tensioni sui mercati azionari che, si sa, vedono come fumo negli occhi l'instabilità politica. I punti deboli dell'Italia - Il rapporto evidenzia gli annosi problemi che l'Italia si porta dietro ormai da decenni: perdita di competitività dell'economia, fragilità del sistema bancario e, su tutti, l'eccessivo indebitamento pubblico. Tutti indicatori che, miscelati con l'instabilità politica, innervosicono i mercati, e cioè gli investitori internazionali, che di certo non hanno nessuna intenzione di investire in un Paese in cui manca un indirizzo politico chiaro.  Le politiche necesarie - Il report della Commissione è impietoso: dal 2008, l'Italia  ha perso oltre il 7% del proprio Pil, fattore che, unito ad un debito pubblico in progressivo aumento e alla stretta creditizia delle banche, alimenta il circolo vizioso della mancata crescita. Le soluzioni indicate dalla Commissione europea per una rapida ripresa coincidono, in buona parte, con le ricette proposte dal Pdl: un sistema fiscale più semplice, una riforma della Pubblica amministrazione e il decentramento della contrattazione collettiva dei salari e un rafforazmento della concorrenza nei mercati dei prodotti e dei servizi. 

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