Arriva la Tares: più cara a dicembre
La soluzione "creativa" dei tecnici: a maggio resta la Tarsu, poi per Natale ecco l'aumento di 30 centesimi a metro quadro. Come cambia il balzello per famiglie e imprese
Tasse e modalità di pagamento: questo l'odine del giorno della riunione che si è tenuta mercoledì 3 aprile a Palazzo Chigi e in cui sono state pianificato le direttive per quanto riguarda il pagamento della Tares, la nuova stangata sui rifiuti. La nuova soluzione permetterà ai Comuni di ottenere a maggio, e non solo da luglio, la liquidità necessaria per pagare le aziende dei rifiuti. Per i cittadini, invece, rinviato a dicembre il pagamento di un parte del nuovo salasso sui rifiuti, che si trasforma in un obolo a favore dello Stato. Una soluzione intricata, piuttosto fantasiosa, ma la cui sostanza è chiara: a maggio resta la Tarsu, mentre a dicembre arriva la stangata di Natale, ossia la Tares e il rincaro pari a 30 centesimi a metro quadro. Le decisioni sulle modalità di pagamento sono state prese dai rappresentanti governativi - il ministro dell'economia Vittorio Grilli, Fabrizio Barca Coesione Territoriale, il ministro dell'Ambiente Corrado Clini - in accordo con Graziano Delrio, presidente dell'Anci, l'Associazione dei Comuni. Tarsu, Tia e Tares - Inizialmente la nuova Tares sarebbe dovuta partire da luglio e avrebbe dovuto sostituire la tassa sui rifiuti oggi in vigore, la Tarsu (tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani) e la Tia (tariffa di igene ambientale). Già il mutamento della vecchia Tarsu nella nuova Tia, per altro attuato in poco più di 2000 comuni, aveva causato diverse problematiche e considerevoli rincari a causa delle inedite modalità di applicazione. La Tia prima e al momento la Tares dovrebbero coprire interamente il servizio reso ma le entrate provenienti dalla Tarsu ne coprono in realtà soltanto una parte. Da qui l'aumento portato in dote dalla Tares, pari a 30 centesimi a metro quadro (con possibilità di rialzo fino a 40 da parte dei Comuni) per contribuire al pagamento di quei servizi definiti indivisibili come ad esempio l'illuminazione. Un contributo in definitiva, del valore complessivo di un miliardo. La necessità di intervenire si è presentata perché il governo Monti aveva disposto l'entrata in vigore della Tares a luglio 2013, creando problemi di liquidità per i Comuni. Lo spostamento della tassa poneva cittadini e alle imprese in una condizione particolarmente difficoltosa: la prima rata avrebbe dovuto essere pagata in contemporanea all'Imu, alle addizionali Irpef e al probabile aumento dell'Iva. Nuove direttive - La delibera di mercoledì 3 aprile ha due conseguenza: da un lato l'imposta di 30 centesimi a metro quadro sarà versata solamente a dicembre direttamente allo Stato, che così non taglierà i trasferimenti ai Comuni. Dall'altro, la prima rata della tassa si pagherà a maggio, la seconda a settembre e l'ultima a dicembre. Ma quale sarà la tassa da pagare? Dipenderà dal Comune: "La Tarsu per chi non avrà fatto in tempo a fare i regolamenti e i bollettini per la Tares, la Tia per chi è rimasto lì" ha spiegato il sindaco di Potenza, Vito Santarsiero. Tares, dunque, solo per i più Comuni più "aggiornati". "Qualsiasi tributo però sarà sempre al netto dei famosi 30 centesimi a metro quadro" ha poi aggiunto il sindaco. Al momento non si hanno ancora informazioni precise sui termini entro cui tutti i comuni dovranno essere in grado di applicare la Tares, ma il sindaco di Livorno, Alessandro Cosimi ipotizza: "Teoricamente con la rata di dicembre, nella quale si potrà congualiare eventualmente gli aumenti che non si è riusciti a produrre nelle prime rate. A meno che.... A meno che un nuovo governo non disponga diversamente".