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Pronto il decreto sui debiti della PaTares forse rinviata, Iva confermata

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Il fisco potrebbe essere uno dei punti su cui i saggi cercheranno di trovare convergenze tra Pd, Pdl e Scelta Civica

Lucia Esposito
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di Francesco de Dominicis I lavori cominceranno oggi. Ci vorrà qualche giorno, perciò, per capire che tipo di proposte in campo economico  arriveranno dai saggi. Giorgio Napolitano ha nominato due gruppi di esperti. La crisi finanziaria e la recessione rendono una delle due commissioni nominate dal presidente della Repubblica più strategica dell'altra.  Il fisco potrebbe essere uno dei punti chiave, sui quali i saggi cercheranno di trovare convergenze tra Pd, Pdl e Scelta civica. A svelare  l'agenda è stato ieri il democratico Filippo Bubbico:  la vera emergenza «è quella sociale. Bisogna intervenire subito a partire dal fisco».  Bubbico ha rispedito al mittente le critiche ai gruppi di esperti: «Se discutessimo del merito dei problemi ed evitassimo banalizzazioni aiuteremmo l'Italia a tornare a una fisiologica dinamica democratica». E il reddito di cittadinanza proposto da M5S? «Sembra più uno slogan» ha risposto. « Se non ci sono politiche attive per il lavoro sarebbe una forma moderna di assistenzialismo». In ogni caso Bubbico ha tenuto a dire che oggi, dopo il primo incontro al Quirinale, si potrà «valutare più nel merito». Oltre l'esponente Pd, del gruppo di lavoro fanno parte Enrico Giovannini (Istat), Giovanni Pitruzzella (Antitrust), Salvatore Rossi (Banca d'Italia), Giancarlo Giorgetti (Pdl) ed Enzo Moavero Milanesi (ministro per gli Affari europei).         Gli esperti non formuleranno vere e proprie proposte di legge, ma cercheranno di trovare punti di sintonia in Parlamento. Aria fritta, in ogni caso. Qualche misura concreta per l'economia potrebbe essere varata, invece, domani dal Governo di Mario Monti. Dopo settimane di tira e molla, infatti, il consiglio dei ministri dovrebbe dare il via libera allo sblocco dei debiti della Pubblica amministrazione. Sul tavolo del cdm è previsto un decreto legge che consentirebbe il pagamento di 40 miliardi di euro (20 nel 2013 e altri 20 nel 2014) dei 90 miliardi complessivi di arretrati della pa nei confronti delle imprese fornitrici di beni  e servizi.  Il testo, al quale già da giorni si lavora al Tesoro, è in parte conosciuto. Già noti i paletti dell'operazione: prima tranche di 40 miliardi (20 nel 2013 e 20 nel 2014) con priorità alle imprese. Poi pagamenti alle banche. E ulteriori tranche successive. Una scadenza che, di fatto, sterilizza le polemiche del Movimento 5 Stelle. In attesa di presentare il primo disegno di legge in Parlamento, i parlamentari M5S hanno presentato il primo atto della loro vita parlamentare. Una relazione di minoranza sui lavori della commissione - quella che ha quantificato gli arretrati della Pa  - piena di critiche (inutili, come accennato). Sta di fatto che la liquidità da rimettere in circolo per  far ripartire l'economia è certamente un altro nodo su cui anche al Quirinale, già oggi nella prima riunione degli esperti, ci sarà per lo meno un giro di tavolo. Ma l'emergenza arriva dal versante tributario con la necessità di  attutire le prossime, pesantissime nuove scadenze fiscali (Tares, Imu, Iva), o almeno rimodularne l'impatto dove possibile. Sulla Tares - la nuova imposta sui rifiuti, che costerà 1 miliardo in più ai cittadini - si lavora a un possibile rinvio al 2014. Se ne parlerà oggi, tra altro, anche a un tavolo tra sindaci e sindacati.  L'Imu invece, dati anche i tempi stretti per un'eventuale modifica, bisognerà probabilmente rassegnarsi a pagarla, anche se qualcosa potrebbe poi succedere in sede di conguaglio. E sembra assai difficile anche uno stop all'aumento dell'Iva, al quale è agganciato l'equilibrio dei conti pubblici. Ma questo si saprà in un paio di settimane, cioè quando il Governo presenterà il Documento di economia e finanza nel quale indicherà gli andamenti macro e quindi la possibile tollerabilità di uno stop al l'aumento dell'imposta.    Sempre appesi poi due temi cruciali: gli esodati e il rifinanziamento degli ammortizzatori. Ma la vera sfida degli esperti del Quirinale è il mercato del lavoro. La disoccupazione deve diventare il nemico numero uno di Pd, Pdl e centro.

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