Cerca
Cerca
+

Marina Berlusconi in rosso per colpa di Montepaschi

Primo bilancio 2012 della holding guidata dalla figlia del Cav, gestita dall'istituto di Siena: perdita di oltre 3 milioni rispetto all'anno prima

Giulio Bucchi
  • a
  • a
  • a

  di Franco Bechis La bufera della banca rossa ha colpito duro anche la famiglia Berlusconi, che da sempre ha affidato metà dei suoi risparmi al Monte dei Paschi di Siena (l'altra metà è gestita da Banca Arner). L'amara sorpresa è arrivata questa settimana dal deposito del primo bilancio 2012 delle holding che controllano la Fininvest. Ad essere resi pubblici sono stati i conti della Holding italiana quarta, quella posseduta da Marina Berlusconi. Che non avrà mandato tanti complimenti alla banca senese oggi guidata da Alessandro Profumo. La gestione del portafoglio titoli fatta da Mps (erano sostanzialmente tutti titoli obbligazionari) ha infatti eroso di circa il 50% il portafoglio di Marina. Un anno fa quella gestione aveva un saldo contabile di 6,1 milioni di euro. A chiusura del bilancio 2012, senza smobilizzare alcun titolo, il saldo contabile è diventato di 3,08 milioni di euro. La perdita di valore è stata quindi di 3 milioni, 97 mila e 906 euro, che si sono volatilizzati in un anno già difficile per altri motivi. È il segno più tangibile della crisi finanziaria, scrive il ragioniere Giuseppe Spinelli a cui è affidata la amministrazione della holding di Marina. Ma si accompagna anche alle difficoltà del gruppo Berlusconi. Fininvest, che per la famiglia è sempre stata negli anni una gallina dalle uova d'oro, non distribuisce più dividendi agli azionisti, e i Berlusconi per pagare le spese correnti di ciascuno debbono attingere alle riserve accumulate negli anni. Anche Marina l'ha appena fatto, facendosi distribuire il 21 gennaio scorso un dividendo da 6 milioni e 21 mila euro quasi totalmente prelevato dalle riserve straordinarie della holding. Restano da parte ancora 37,4 milioni da distribuire (31 erano ancora depositati sui conti correnti). Un tesoretto di tutto rispetto, ma se la crisi andrà ancora avanti, e le necessità annuali sono quelle, è chiaro che non ci sono riserve ancora per troppi anni.  

Dai blog