Goldman Sachs a Cinque Stelle:"Monti? Ha sbagliato tutto.Grillo? Entusiasmo e speranza"
Si allarga il fronte anti-austerity: critiche al premier anche dalla Fed e dal Ft. E il super colosso elogia il comico, che aveva sempre attaccato la banca
Un repentino cambio di rotta, quello di Goldman Sachs. Nel mirino ci finisce l'ex "salvatore della patria", Mario Monti. Anche Goldman molla il Professore. Tranchant il giudizio di Jim O'Neill, presidente della sezione asset management del colosso finanziario: "Credo che l'inasprimento della poltica fiscale, con il vago obiettivo di ridurre il debito, non sia una strategia intelligente. Il termine riforma - ha aggiunto - non equivale ad austerità, e gli elettori italiani lo hanno dimostrato". La reprimenda è aspra. Il concetto chiaro: le tasse di Monti non hanno salvato il Paese, ma anzi hanno peggiorato il quadro. E che la medicina fosse sbagliata lo ha dimostrato il voto anti-austerità espresso dagli italiani: alle urne sono stati premiati Silvio Berlusconi e Beppe Grillo, lo sconfitto invece è Bersani mentre il Professore, di fatto, è quasi sparito. Il fronte anti-austerity, però, non si limita a Goldman. Oltre alla superbanca, anche la Federal Reserve, la banca centrale statunitense: "Tagliare il debito in tempo di recessione è letale". Di fatto un'altra bocciatura, per Monti. E il Professore, ora, non ha nemmeno più l'alibi: cade l'arma del ricatto politico di Monti, che si era sempre presentato come l'unico uomo sulla scena italiana con la ricetta giusta. Elogi a Grillo - Ora torniamo al "repentino cambio di rotta" di Goldman Sachs. Che l'istituto abbia scaricato Monti è chiaro. Ed è sempre il signor Jim O'Neil, che per inciso è l'uomo che coniò l'acronimo Bric (Brasile, India, Russia, Cina, i paesi emergenti, ndr), a prodursi in un "endorsment" che definire inatteso è poco. Il giudizio è riportato in un commento a uno studio la cui tesi è chiara fin dal titolo: "Riforme non vuol dire austerity". E O'Neill spiega, letteralmente, di trovare "entusiasmante" l'esito delle elezioni politiche in Italia. Per il "guru" di Goldman, "l'Italia ha bisogno di cambiare qualcosa di importante, e forse il particolare fascino di massa del Movimento 5 Stelle potrebbe essere il segnale dell'inizio di qualcosa di nuovo". Fuori Monti, dentro Grillo. A rendere più sorprendente la presa di posizione, il fatto che il leader del Movimento 5 Stelle, in un innumerevole numero di post e in tutti i suoi comizi, ha tuonato contro Goldman, additata come uno dei grandi protagonisti della cospirazione internazionale che ha messo l'Italia in ginocchio, "un istituto complice di Monti e della Casta". Ma tant'è. L'aria cambia. E cambia - giusto per aggiungere un elemento in più - anche sul Financial Times, il foglio della City londinese che sull'operato di Monti si è sempre diviso. Ora è arrivato il tempo delle critiche più dure: "Le elezioni italiane - spiega l'editorialista Mark Mazover - dovrebbero ricordare all'eurozona la necessità di prestare attenzione ai propri cittadini". Scaricato Monti, inizia lo sdoganamento del "grillismo"?