Cerca
Cerca
+

Milano, Piazza Affari preoccupata dall'ingovernabilità

La Borsa cresceva quando si pensava a una maggioranza salda. Il verdetto delle urne cancella i guadagni. Schizza lo spread. L'Italia ancora nel mirino?

Andrea Tempestini
  • a
  • a
  • a

Ancor prima che le urne chiudessero, Piazza Affari accordava fiducia all'Italia. Prima degli exit poll, infatti, gli investitori internazionali sembravano scommettere su un esito chiaro e positivo delle consultazioni elettorali. Quale la scommessa? La governabilità. E subito dopo le prime indicazioni degli exit poll la Borsa e lo spread hanno confermato il loro verdetto (che poi, però, è stato fragorosamente smentito dai numeri). Tanto per intenderci, nei giorni scorsi la Reuters aveva dato conto di quello che riteneva il migliore "scenario" per il Belpaese: "Un Pd che guadagna il premio di maggioranza alla Camera e si allea con la lista civica di Mario Monti per raggiungere la maggioranza al Senato e per formare il governo". Questo dava la cifra di che cosa si attendessero i mercati.  La soffiata? - Così le Borse, ancor prima che trapelasse qualche cifra, sembravano credere alla prospettiva di una vittoria netta di una fazione politica, una vittoria che potesse assicurare la governabilità: a metà giornata l'indice Ftse Mib guadagnava il 2,5%, sostenuto anche dal rialzo delle altre Borse europee. A Milano era forse arrivata una soffiata sull'esito del voto? Dopo i primi exit poll, che davano in netto vantaggio sia alla Camera sia al Senato il Partito Democratico, il trend positivo cresceva: la Borsa guadagnava oltre 3,5 punti percentuali. Significativa anche l'oscillazione dello spread, che dopo le prime indicazioni era crollato a 264 punti base, in calo di 24 punti rispetto alla chiusura dello scorso venerdi, dopo aver ondeggiato intorno ai 280 punti base fino alle prime indicazioni sul voto. Fluttuazioni che sembravano far pensare che a Piazza Affari fosse arrivata una soffiata sull'esito del voto. Il "ribaltone" - Soffiata sbagliata, se soffiata è stata. I primi numeri hanno ribaltato l'andamento del mercato. Dopo gli istant poll, gli exit poll hanno stravolto le prospettive sul risultato. Al Senato la maggioranza pare un miraggio: la maggioranza relativa ce l'ha il Pdl, incalzato dal Movimento 5 Stelle, e il Pd si deve accontentare dei voti (non dei seggi). Come dire: governabilità, addio. E così la Borsa ha frenato bruscamente, e l'indice Ftse Mib saliva soltanto dello 0,84 per cento. Di pari passo, risaliva bruscamente lo spread tra Btp e Bund, tornato prontamente e saldamente sopra i 270 punti base. A fine giornata, Milano ha chiuso sui minimi di seduta, in guadagno dello 0,73 per cento. Tensione anche sullo spread, che ha archiviato il giorno di contrattazioni a 293 punti base. E il bailamme, c'è da scommetterci, è appena iniziato. Quello degli italiani è stato un voto che ha premiato Grillo e Berlusconi, un voto contro l'euro e contro le tasse. I mercati già accusavano la tensione quando le urne erano aperte. C'è da scommetterci, già dall'apertura di martedì mattina, gli stessi mercati faranno pagare carissimo all'Italia il voto incerto e la probabile ingovernabilità.

Dai blog