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Mps, perquisite le case di Mussari e Vigni

Giuseppe Mussari

Lo scandalo si allarga. Gli agenti in casa anche dell'ex direttore Antonio Vigni. L'ex capo dell'area legale el banco: "I vertici dell'istituto erano partecipi"

Andrea Tempestini
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Lo scandalo Mps si arricchisce di una nuova puntata. La procura senese ha infatti disposto una raffica di perquisizioni, che hanno coinvolto, tra le altre, le abitazioni private dell'ex presidente del Monte Paschi, Giuseppe Missuari, e quella dell'ex direttore dell'istituto, Antonio Vigni. La lettera - Nel frattempo emergono dettagli sulle operazioni dei derivati operate da Mps. Vigni, ai pm, nell'interrogatorio dello scorso 9 febbraio ha spiegato che "ho custodito la lettera nella mia cassaforte perché Baldassarri mi aveva detto che era un documento delicato. Mi sono sempre fidato di Baldassarri", per il quale la scorsa settimana è stato disposto l'ordine di custodia cautelare.  La ristrutturazione - Vissari, che al pari di Mussari e di Baldassarri risulta tra gli indagati, ha spiegato che "la ristrutturazione di Alexandria è stata seguita da Baldassarri, il quale mi ha detto che era opportuno sostituire il sottostante di quel veicolo perché legato al mercato americano, in quel periodo particolarmente a rischio". "Vertici partecipi" - Inoltre, secondo quanto riferito alle toghe dal dg, Fabrizio Viola, che è stato ascoltato lo scorso 30 ottobre, nella cassaforte dell'ex direttore generale del banco sense, Antonio Vigni, "si trovava altra documentazione" oltre a quella relativa all'accordo con Nomura per la ristrutturazione del derivato tossico Alexandria. Raffaele Giovanni Rizzi, ex capo dell'area legale di Mps, ha riferito ai magistrati che "quando si parlava dell'operazione Alexandria, Baldassarri mi faceva intendere che i vertici della banca erano partecipi", nel dettaglio Vigni e Mussari.

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