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Imu, il grande imbroglio: ci hanno preso 3,6 miliardi in più

L'extra gettito è simile al prelievo sulla prima casa. Dagli alberghi 523 euro a camera

Giulio Bucchi
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  di Attilio Barbieri Il gettito complessivo dell'Imu è  superiore di ben 3,6 miliardi di euro rispetto alle previsioni del   Dipartimento delle Finanze che, invece, ne contabilizza tuttora  1,2 miliardi. Dunque il governo dei Professori, così come quello che uscirà dalle elezioni politiche di fine febbraio, ha a disposizione un tesoretto di poco inferiore a quanto raccolto dalla tassa sulla prima casa. A fare i conti è l'associazione artigiani Cgia di Mestre che ha fatto il calcolo basandosi sull'ultimo Documento di economia e di finanza, il Def, presentato dal  Dipartimento   delle Finanze  il 3 luglio dello scorso anno. «Nessuna polemica, ma a nostro avviso, il maggior prelievo», fa sapere  il segretario della Cgia, Giuseppe Bortolussi, «va calcolato   rispetto alle previsioni iniziali e non su  quelle presentate con la   Legge di Stabilità varata  nel dicembre scorso». Ricostruiamo la vicenda che ha portato gli artigiani mestrini a scoprire una macroscopica imprecisione nei conti dei Professori.  Dalla lettura del Def datato  3 luglio 2012,   rileva la Cgia di Mestre, si scopre che le previsioni di gettito   inizialmente riportate nella relazione tecnica al Decreto 201/2011 che ha   introdotto l'Imu erano pari a 21,4 miliardi di euro. A questo   risultato si era giunti applicando per ciascuna categoria catastale   l'aliquota base stabilita dalla legge. Ad esempio 4 per mille sulla prima casa, 7,6 per mille sulla seconda e via elencando. Successivamente il governo  aveva introdotto alcune misure  che ne avevano alleggerito il peso economico, escludendo  fra l'altro  gli immobili di proprietà dei Comuni  e introducendo la   sospensione dei pagamenti per i terremotati  di Emilia Romagna,   Lombardia e Veneto. Così, rispetto ai 21,4 miliardi di euro previsti  inizialmente, sottolinea la Cgia di Mestre, la revisione   indicata dal Def nel luglio scorso ha fatto scendere a 20,1 miliardi   di euro le nuove previsioni di incasso. E visto che il conto finale   pagato dagli italiani è stato di 23,7 miliardi, vuol dire che   rispetto alle previsioni di partenza, ne sono stati incassati 3,6  in  più. I professori, però non hanno resistito alla tentazione di riscrivere i numeri  e con la Legge di stabilità (la ex Finanziaria) hanno aggiornato a dicembre la previsione del gettito, considerando fra l'altro   le aliquote Imu  effettive   deliberate dai Comuni entro l'autunno del 2012 che presentavano valori  medi più elevati rispetto a quelle  usate per calcolare le   previsioni iniziali». «Questo spiega», aggiunge Bortolussi,  «come mai il Def abbia quantificato il gettito   previsto in 22,5 miliardi, ben superiore dunque ai 20,1 miliardi   iniziali. Calcolando così in 1,2 miliardi il maggior gettito necessario  per raggiungere quota 23,7 miliardi che corrisponde al gettito   complessivo pagato effettivamente dagli italiani». Ma a prescindere dalla dimensione del tesoretto la Cgia ne invoca l'utilizzo per limitare fra l'altro, l'aumento delle rendite catastali previsto quest'anno sui capannoni a uso industriale e artigianale, e la cancellazione della detrazione di 50 euro per ogni figlio. Destinata a sparire nel 2014.  Senza contare la dimensione del prelievo riconducibile al nuovo tributo, che per talune categorie produttive ha assunto dimensioni insostenibili. Come nel caso degli albergatori che si trovano a pagare fino a 523 euro di Imu per ogni camera. In media - è sempre la Cgia di Mestre a fare i conti - le imprese hanno subito un aggravio rispetto alla vecchia Ici del 154%.  Impossibile non notare, infine,  che il tesoretto accumulato dai Professori equivale più o meno all'entità dei Monti bond destinati a salvare il Monte dei Paschi di Siena. Una pura coincidenza che val la pena di rimarcare.    

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