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Ilva, Consulta: "Inammissibili i ricorsi della procura di Taranto"

I due conflitti d'attribuzione, contro Governo e Parlamento, sollevati dalla procura pugliese dopo l'approvazione del decreto Clini

Sebastiano Solano
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La Corte Costituzionale ha ritenuto inammissibili i due ricorsi per conflitto d'attribuzione, nei confronti di Governo e Parlamento, presentati dai pm tarantini con riferimento alla questione Ilva. I magistrati, nel ricorso, avevano ritenuto violati, tra le altre cose, gli articoli della Costituzione relativi all'indipendenza della magistratura e all'esercizo dell'azione penale. La vicenda - Il ricorso era nato in seguito all'approvazione del decreto con cui il governo permette all'Ilva di continuare la produzione, a patto che l'azienda effettui corposi investimenti finalizzati alla bonifica ambientale dell'intero comparto produttivo. Come spiega, nel commentare la sentenza, il ministro Corrado Clini, "con l'autorizzazione integrata ambientale che ho rilasciato ad ottobre, l'Ilva ha un piano di attività e investimenti che va realizzato in tre anni e che consentirà allo stabilimento da un lato di essere pienamente in regola con le nuove direttive europee e dall'altro assicurerà la continuità produttiva". Le motivazioni - Nel motivare la sentenza, la Consulta evidenzia come "il conflitto d'attribuzione relativo ad una legge o ad un atto avente forza di legge è inammissibile, come affermato da costante giurisprudenza, quando sussista la possibilità di sollevare eccezione di legittimità costituzionale in via incidentale", specificando infine che "siffatta possibilità esiste nel caso in specie".

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