Sulla benzina i conti non tornanoChi fa la "cresta" di 10 centesimi?
Rispetto a due anni fa, il carico fiscale sulla verde è cresciuto di 21 centesimi di euro. Ma noi ne paghiamo 31
Ventitre mesi or sono la benzina verde alla pompa costava 1,523 euro il litro. Cifra su cui pesavano poco meno di 82 centesimi fra tasse e accise. Oggi a poco meno di un anno, per il medesimo litro di benzina paghiamo 1,853 euro, mentre la componente fiscale, pesa per un euro e 3 centesimi. In mezzo a queste cifre c'è un'infinità di accadimenti: dalla «primavera araba» all'avvento dei Professori. Incluso un numero imprecisato di nuove crisi locali qua e là ai quattro angoli del pianeta. Ma i conti non tornano. Il peso del Fisco, sempre sulla benzina, è cresciuto in questi due anni scarsi di 21 centesimi, ma il prezzo finale alla pompa è aumentato di ben 33 cent. Ballano dunque 12 centesimi secchi che non si spiegano, se non in piccolissima parte, con le oscillazioni della materia prima, il petrolio. Ma se i costi di approvvigionamento per la materia prima sui mercati internazionali sono rimasti sostanzialmente invariati, cosa può essere intervenuto nel frattempo di ulteriore rispetto a un Fisco sempre più vorace, tale da spostare in su l'asticella dei prezzi di 12 centesimi al litro? Leggi l'articolo integrale di Attilio Barbieri su Libero in edicola giovedì 7 febbraio