Choc petrolifero: crollano i prezzi. Ecco cosa rischiano i mercati internazionali
Dopo il crollo dei prezzi, il petrolio modificherà e non poco gli scenari energetici. I prezzi dell'oro nero sono crollati da punte di 115 dollari al barile il 19 giugno a poco più di 71 dollari il 1 dicembre. Un calo prossimo al 40 per cento in moneta americana e al 33 in euro tenuto conto del rafforzamento della benzina. Le cause del crollo dei prezzi sarebbe da attribuire al forte eccesso di offerta sui mercati internazionali dovuto, come racconta ilGiorno, alla cerscente produzione americana e dall'indisponibilità dell'Arabia Saudita a contrastare la flessione dei prezzi con una restrizione della produzione. Le conseguenze sugli equilibri del mercato energetico sono inevitabili. Maggiore sarà la caduta dei prezzi, maggiori saranno i contraccolpi sugli investimenti. Costi e benefici del crollo dei prezzi non sono facilmente valutabili. L'instabilità dei mercati - Ai vantaggi della minor tassa petrolifera per gli importatori (Italia compresa) si contrappongono i costi per i paesi esportatori come Nigeria, Iran, Iraq, Algeria Venezuela, e Russia. Nella guerra dell'energia non ci saranno nè vinti nè vincitori. Ma i rischi di una destabilizzazione dell'economia mondiale e di un contagio da Paese e Paese gettano ombre sul prossimo futuro che mettono ombre sui benefici. La stabilità dei prezzi in realtà giova a tutti i paesi, importatori ed esportatori. Un cambiamento radicale dei prezzi potrebbe portare diversi problemi soprattutto nelle aree calde come il Medio Oriente. Il rischio infatti è che la caduta dei prezzi possa mettere fuori mercato in tempi rapidi le produzioni concorrenti come quelle americane o russe. Uno scenario che va detto è per il momento lontano dal realizzarsi, ma comunque possibile.