Governo, Pier Carlo Padoan: "Sul Tfr in busta paga ci sono diverse ipotesi". Draghi (Bce): "Ripresa minore del previsto"
"Ci sono diverse ipotesi ma non è stato ancora definito il quadro generale". Il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan non si sbilancia sul tema del Tfr in busta paga, uno dei punti più importanti della prossima legge di stabilità. "E' un meccanismo molto delicato e qualunque cosa si fa sul Tfr ha delle conseguenze da valutare bene". Da Washington, dove partecipa ai lavori del Fondo monetario internazionale, il braccio destro del premier Matteo Renzi non commenta le voci che vorrebbero la legge di stabilità a rischio di riscrittura su "invito" dell'Unione europea, ma precisa che sui vincoli di bilancio il governo farà attente valutazioni: "Ne terremo conto in un contesto in cui la composizione delle misure sia mirata a sostenere la crescita". In ogni caso, sottolineando l'importanza di fare riforme in un periodo di recessione, Padoan ha assicurato che il Jobs Act "ha suscitato un grande consenso ed è stato accolto come un segno di grande cambiamento e della volontà del governo italiano di andare avanti con le riforme". Resta comunque un contesto internazionale di gravissima difficoltà. Draghi: "Ripresa più debole del previsto" - Il presidente della Bce Mario Draghi ha parlando di una "ripresa globale più debole delle attese", aggiungendo che "la politica monetaria dovrebbe continuare a sostenere la crescita". Sull'Italia e la sua manovra l'ex governatore di Bankitalia è cauto: "Dare un giudizio ora sulle leggi di bilancio di Francia o di altri Paesi sarebbe prematuro". Più netto il giudizio del presidente uscente della Commissione europea, José Manuel Barroso: "In Italia ci sono le tasse sull'energia più alte del mondo e una fiscalità troppo alta che limita la competitività delle aziende". Segnale chiaro, dunque: l'Europa difficilmente accetterebbe una manovra che inasprisse ulteriormente il carico fiscale. Buono invece il giudizio sulla riforma del lavoro, definita "coraggiosa": "Credo che Renzi abbia portato tanta energia e abbia contagiato l'Italia con il suo entusiasmo". La prossima riforma, suggerisce Barroso, dovrebbe essere quella delle toghe: "L'opinione che abbiamo in Europa del sistema giudiziario italiano non è che non sia corretto o giusto, ma che è troppo lento". "Apprezziamo molto i magistrati che hanno condotto battaglie contro la mafia sconfiggendola quasi del tutto - ha concluso il portoghese - e credo che come altrove ci siano magistrati efficienti e altri meno bravi. Il problema non è una singola categoria, ma il sistema che va rivisto nel complesso".