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Unioncamere, nel 2012 hanno chiuso mille imprese al giorno

Monti vampiro: visto da Benny

Le cifre diffuse da Unioncamere parlano di un Paese allo sbaraglio: anche se il saldo tra entrate e uscite è positivo, è il secondo peggior dato dal 2005

Andrea Tempestini
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  Una strage. Il mandante? Mario Monti, le sue tasse e l'austerità. Nel 2012 hanno chiuso i battenti mille imprese al giorno. Una cifra iperbolica calcolata da Unioncamere, secondo cui nell'anno che si è appena concluso si sono registrate 364.972 chiusure (in crescita di 24mila unità sul 2011) a fronte di 383.883 aperture (il valore più basso degli ultimi otto anni e 7.427 in meno rispetto al 2011). Anche se il saldo tra entrate e uscite risulta positivo per 18.911 unità, si tratta del secondo peggior risultato dal 2005 e si avvicina, dopo due anni di recupero, a quello del 2009, il peggiore anno della crisi.   I precedenti - Secondo i dati diffusi da Unioncamere, una cifra del genere - mille chiusure al giorno - era già stata registrata nel 2008 e nel 2007. In quegli anni, però, le nuove iscrizioni avevano abbondantemente superato le 400mila unità, quindi il saldo finale positivo era di gran lunga più consistente: a fronte della crescita dello 0,31% dello scorso anno, nel 2007 si registrò un incremento dello 0,75% e nel 2008 dello 0,59 per cento. I settori - Tornando al 2012, se si considerano anche le cancellazioni delle imprese ormai non operative da più di tre anni, al 31 dicembre dello scorso anno lo stock complessivo delle attività esistenti ammontava a 6.093.158 unità. Buttando un occhio ai diversi settori, la ricerca evidenzia che si restringe ulteriormente (-6.515 imprese) il tessuto imprenditoriale dell'industria manifatturiera, trascinato dalla forte contrazione dell'artigianato, che chiude l'anno con 20.319 imprese in meno, quello delle costruzioni (-7.427) e dell'agricoltura (-16.791).  Paga il nord - Il conto più salato del 2012 lo paga però il Nord che - esclusa la Lombardia - perde complessivamente circa 6.600 imprese, i tre quarti delle quali (che equivalgono a poco meno di 5mila unità) nel solo Nord-Est. Giovani under 35, immigrati e donne, attività del turismo, del commercio e dei servizi alle imprese e alle persone sono le tipologie di imprenditori e i settori di attività che, nel 2012, hanno consentito di mantenere in lieve attivo il bilancio anagrafico delle imprese italiane.   

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