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Sblocca Italia, l'ultima spacconata di Matteo Renzi: dei 4 miliardi per l'edilizia disponibili entro il 2015 solo 800 milioni

Giulio Bucchi
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Ricordate i quasi 4 miliardi per far ripartire i cantieri italiani? E' il cuore dello "Sblocca Italia" annunciato dal premier Matteo Renzi venerdì, una mossa che dovrebbe rimettere in moto "10 miliardi di euro" in opere e, secondo il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi generare "100mila nuovi posti di lavoro". Bene, forse possiamo già archiviare il tutto come l'ennesima spacconata del buon Renzi. Sì, perché spulciando i conti si capisce che di quelle risorse (3,89 miliardi di euro, per la precisione), sono effettivamente già disponibili appena 840 milioni di euro. Briciole. Il perché è presto detto: 3 miliardi arriveranno dal Fondo di coesione europeo, ma dovranno essere spalmati secondo un programma pluriennale tra 2014 e 2020. Dei restanti 800 milioni, 200 verranno investiti subito, entro fine anno, e il restante mezzo miliardo abbondante nel 2015. Cifre irrisorie rispetto alle esigenze dell'edilizia, che in questi anni ha patito forse più di ogni altro settore la crisi economica generale. "Se non ci mettiamo i soldi e facciamo ripartire le cose perché l'Europa ci blocca, i problemi restano tutti", è la denuncia di Paolo Buzzetti, presidente dell'Associazione nazionale costruttori edili. Inutile dire che all'Ance e al settore edile, che aveva accolto con speranza la prima promessa di Renzi (un piano da ben 43 miliardi di euro...) non basterà offrire un gelato.

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