L'evasione non si ferma: Bandiera nera per Sicilia e Calabria, peggiora il Nord
Da quando è iniziata la crisi il divario fra consumi e reddito è aumentato: consumiamo più di quello che dichiariamo, in quanto persone fisiche. Tale differenza è sintomatica del rischio di evasione, perchè è come dire: sosteniamo un tenore di vita incoerente, che non ci potremmo permettere, stando a quanto dichiariamo come imponibile. Nord-Sud - Nell'anno di imposta 2012 i contribuenti hanno dichiarato al Fisco 800,4 miliardi di redditi, a fronte di 962,7 miliardi di consumi finali (dati Istat). Ci sono 160 miliardi in ballo, il che significa, banalmente, che per ogni 100 euro dichiarati, gli italiani nel 2012 ne hanno spesi circa 120. Non solo, se il divario è più alto in Calabria, Sicilia, Valle d'Aosta e Campania ma è sceso rispetto al 2007 (anno pre-crisi) perché sono scesi allo stesso tempo i consumi, lo stesso non si può dire di quasi tutte le regioni del centro nord. In Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte, Toscana e (anche se meno) in Veneto, Liguria e Friuli Venezia Giulia il suddetto divario è cresciuto. Questo significa che la spesa della famiglie è scesa meno dei redditi. Salva Italia - Con l'intento di ristabilire il rapporto fra i redditi nascosti e la ricchezza accumulata, nel 2011 la manovra "Salva Italia" del 2011 aveva istituito una super anagrafe dei conti correnti, con l'obiettivo di arrivare a liste dei contribuenti chiare, in modo da controllare con più precisione i papabili evasori, per sottoporli poi, a controlli successivi. Piano che ruotava attorno al famoso redditometro, ma l'anti evasione è un fenomeno più vasto, che non si esaurisce soltanto nei controlli da effettuare. Riscossione - Al di là delle strategie adottate per risalire ad eventuali evasori c'è poi il problema della riscossione. E qui i dati sono particolarmente sconfortanti. L'effettiva possibilità di recuperare le somme contestate agli evasori sono risibili: secondo un'ultima relazione della corte dei Conti, nei tredici anni trascorsi dal 2000 al 2013 sono stati recuperati 6,1 miliardi su 633, (l'11,5%). Detta con cifre più alla portata di mano, e di portafoglio, se un evasore, beccato con le mani nel sacco, deve pagare 100 euro allo Stato, lo Stato in media riesce a recuperarne poco più di dieci.