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Mutui, spread in calo nelle prossime settimane

Lo scudo anti-spread e il ritorno degli investitori in Italia non hanno inciso sullo spread. Ma l'allentamento dei vincoli di Basilea III può cambiare le carte in tavola

Andrea Tempestini
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Basta scuse. Ora gli appelli sono finiti: le banche possono e devono tagliare gli interessi sui mutui. C'è lo spazio per farlo, e come stanno calando in tutta europa, gli spread sui prestiti hanno lo spazio per scendere anche in Italia. Il percorso è lungo, ma chiaro. La prima mossa a favore delle banche - che però non hanno allentato la stretta del credito - è stato lo scudo anti-spread voluto da Mario Draghi lo scorso luglio. Poi, a novembre, i segnali di risveglio dei mercati, con il ritorno in Italia degli investitori istituzionali: una cirocstanza decisiva per il crollo dello spread Btp-Bund fino a 260 punti base.  La novità - Infine il "colpo di scena" di inizio 2013, con la distensione sui vincoli patrimoniali imposti alle banche dal trattato di Basilea III (in sintesi, gli istituti avranno più tempo per rendere conforme al trattato il loro assetto patrimoniale). L'effetto complessivo di queste tre principali misure si tradue in una maggiore liquidità per gli istituti, e anche in un significativo recupero del valore in portafoglio dei titoli di Stato italiani, di cui le nostre banche sono ingorde: ne hanno in cassaforte una quota paria 370 miliardi di euro. I paradossi - Ma nonostante tutte queste premesse, gli spread applicati sui mutui, nel Belpaese, restano immobili da circa un anno, in media al 4,05% secondo la rilevazione della Bce (peggio di noi, nella zona euro, soltanto il Portogallo). La soglia media dei prestiti a tasso variabile è del 3,5%, mentre per quelli a tasso fisso è al 4 per cento. Paradossale anche il fatto che i prestiti, in Italia, risultano più onerosi che in spagna, un Paese il cui debito pubblico costa sui mercati molto più caro rispetto al nostro (per intendersi, i Bonos iberici a 10 anni offrono interessi per il 5%, rispetto al 4,2% del corrispettivo italiano. Nel Belpaese le norme per la copertura dei rischi sul credito sono più stringenti rispetto al resto del Vecchio Continente, ma questo non basta a giustificare il fatto che i tassi dei mutui siano inchiodati, in particolare non basta a giustificare la volatilità nulla degli spread. "I mutui caleranno" - La speranza, però, è che l'allentamento dei vincoli di Basilea - una novità recentissima di cui ancora non si sono potuti percepire gli effetti - generi l'auspicata ricaduta positiva anche sui costi dei mutui. Lo ha confermato al Sole 24 Ore l'amministratore delegato della società di brokeraggio Mutuisupermarket.it, Stefano Rossini: "Tra qualche settimana assisteremo a un probabile ribasso degli spread tra i 10 e i 20 punti base, con le migliori offerte che potrebbero attestarsi attorno al 2,7 per cento. I primi market mover - ha aggiunto -, come spesso accade a fine febbraio, si muoveranno con nuove offerte e campagne pubblicitarie. Dopodichè se questo innescherà un processo virtuoso di nuove offerte al ribasso non possiamo ancora dirlo perché ci sono molte incognite ancora da chiarire".

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