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La scure di Cottarelli su vedove, pensionati e ceto medio

Sono 3,8 i miliardi di euro che dovranno saltare fuori in tre anni dalle voci "previdenza" e "assistenza"

Matteo Legnani
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Altro che ricchi e pensioni d'oro. La spending review di Carlo Cottarelli, finito in questi giorni sulle scrivanie di Matteo Renzi e Graziano Delrio, punta dritto dritto sul ceto medio. Sono 3,8 i miliardi di euro che dovranno saltare fuori in tre anni dalle voci "previdenza" e "assistenza". E a rimetterci saranno soprattutto i redditi tra i 25mila e i 40mila euro, che non potranno nemmeno "consolarsi" col bonus-Irpef da 80 euro al mese destinato in gran parte a chi guadagna meno di 25mila euro lordi l'anno. Pensioni - In prima linea ci sarà il blocco dell'indicizzazione all'inflazione delle pensioni, da cui si conta di "strizzare" oltre 2 miliardi di euro. Assistenza ai disabili - L'altra partita è quella dell'assistenza alle disabilità, da cui si conta di recuperare 300 milioni di euro in tre anni legando l'assegno di accompagnamento al reddito, cancellando di fatto l'indennità per chi ha redditi da 30mila euro l'anno in su o per chi arriva a 45mila euro sommando coniuge e figli. Falsi invalidi - C'è poi il "capitolo furbi", ovvero quelli che fregano il welfare grazie a false disabilità: un'operazione dalla quale si trarranno altri 300 milioni e che parte dai dati secondo cio invalidi, ciechi e sordomuti sono cresciuti più della popolazione. Vedove e pensioni - Dalle pensioni di vedove e orfani di guerra si cercherà di raccogliere 800 milioni sull'1,5 miliardi che pesano oggi sul bilancio. E nel mirino ci sono anche le pensioni di reversibilità, ovvero la quota di pensione che la vedova continua a percepire dopo la morte del marito: il risparmio previsto, qui, è di 100 milioni nel 2016. Quote rosa - Infine le donne: il piano è quello di elevare l'età contributiva per andare in pensione di anzianità da 41 a 42 anni.

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